UBS, nuova perdita confidando in Marchionne

[s]UBS[/s], la più grande banca svizzera, è, suo malgrado, un emblema della crisi del settore bancario internazionale. L’istituto ha una forte tradizione nel private banking e rappresentava il primo indiscusso player internazionale, con uffici e clientela nelle diverse regioni del mondo; la storia della banca è stato un business case studiato nelle principali università mondiali, con il celebre slogan “you and us”, diventato sinonimo di discrezione e rispetto del cliente.

A partire dal 2005 Ubs si è spinta, in maniera molto aggressiva, nell’attività di investment banking. Già a partire dalle trimestrali del 2007 le perdite sono state pesanti, e la situazione si è aggravata nel 2008, al punto da costringere il governo svizzero ad un intervento di 59 miliardi di dollari.

Anche sul fronte private banking la situazione è risultata difficile e a tratti disastrosa. Nel febbraio 2008 l’autorità indiana di vigilanza sui mercati finanziari ha revocato la licenza ad operare in India ad UBS a seguito di una presunta attività di riciclaggio di denaro pari a 8 miliardi di dollari, al quale è seguito lo scandalo negli Stati Uniti legato all’evasione fiscale di diversi clienti della banca.

La divisione americana dell’istituto sta ricevendo pressioni, da parte dal governo svizzero, per la ristrutturazione dell’unità ed evitare quindi che si generino nuove perdite da ripianare, così come da quello statunitense, per risolvere in maniera definitiva i problemi legati all’evasione fiscale dei 20.000 clienti americani.

Il presidente Peter Kurer, sul cui mandato che scade ad aprile incombe la figura di Sergio Marchionne, attualmente vice presidente indipendente della banca, ha l’obiettivo di portare in pareggio l’unità entro la prima trimestrale del 2009, ma il compito non sembra facile da portare a termine.

A livello globale, dal luglio 2007, UBS ha perso 700 miliardi di dollari di asset in gestione, diventando il secondo player internazionale nel private banking, che oggi vede Bank of America come leader con un patrimonio gestito di 2 trilioni di dollari americani; mentre nel provinciale mercato italiano, che vede UniCredit come leader, entrambe le società hanno una piccola fetta di mercato.

Il 10 febbraio verranno resi noti i dati di UBS ed il mercato teme ancora una forte perdita. Dai massimi di aprile 2007 il titolo ha perso il 75 per cento e viene scambiato sui 14 franchi, tuttavia sembra che il minimo non sia ancora stato toccato. Il management ha già comunicato di aver rinunciato ai bonus.

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