Jackfly, il pugilato

JACKFLY (47a  Puntata)

«Beh, non è che se uno non si interessa di calcio non ha più nient’altro di cui interessarsi.»
«Ah sì? Perché, cos’altro c’è?» chiede Salutti con una faccia esageratamente stupefatta.
«Le donne, ad esempio.»
«Ah, no, niente da fare. Troppe grane, troppi impegni» replica Salutti, scoppiando in una risata.
«Ecco, perché invece tenere all’Inter grane non te ne dà?» insinua Sturli.
«Beh, sì, ma è diverso» replica Salutti, «se ti guardi una partita a un certo punto puoi alzarti per andare a pisciare.
Quando parli con una donna, invece, figurati: quelle vogliono la tua attenzione ventiquattr’ore su ventiquattro e senza distrazioni. Che ne dice lei, La Mosca?»
«Oddio, che le donne siano un po’ rompiscatole non ci piove. Però, almeno con loro non ci si addormenta. Mentre io, davanti a una partita, tempo dieci minuti e sono già nel mondo dei sogni. Se invece c’è da vedere un incontro di pugilato, allora sto sveglio anche tutta la notte.»
«Ah già, perché sai, Sturli, il nostro La Mosca è un appassionato di boxe.»
«Si deve essere pazzi per salire su un ring e prendersi a pugni con un altro uomo» aggiunge Sturli.
«Avvocato, avere il coraggio di salire su un ring non basta, è più importante essere competitivi.»
«Competitivi?»
«Sì. Quando tiravo di boxe mi chiamavano Speranza Bianca, mangiavo sano, non bevevo alcolici, correvo 20 chilometri al giorno, facevo centinaia di addominali, lavoravo al sacco e le riprese con gli sparring partner non si contavano. Ero una fascia di muscoli ipersensibili e reattivi. Perché sul ring la faccia la mettevo io.»
«Come con i clienti!» replica ironicamente Sturli.
«Sa, le dirò, avvocato, che non ci avevo mai pensato. Però mi è venuto in mente in questo preciso momento.»
«Che cosa?»
«Che io sono un solitario, lavoro per conto mio. Infatti mi piace uno sport come il pugilato, in cui uno è solo contro il suo avversario. Fa parte del mio modo di vivere e di pensare fare i sacrifici che servono per essere competitivo, prendersi tutti i rischi, tutte le responsabilità, ma anche tutta la gloria.
Invece sia lei sia il dottor Salutti, qui, siete fatti per il gioco di squadra. Amate il calcio e lavorate in gruppo. Se le cose vanno bene, i meriti sono vostri. Se vanno male, beh, si licenzia l’allenatore. Comunque, ognuno fa quel che preferisce.»
«Non è che c’è un sottile rimprovero in tutto questo, eh? Guardi che l’ho fatta chiamare per darle buone notizie. Non faccia troppo il furbo sennò non le diciamo più nulla» esclama Sturli.
«Sarò bravissimo.»
«Allora, La Mosca. Ci abbiamo pensato. A lei noi teniamo particolarmente. E quindi abbiamo deciso di accontentarla.»
«Caspita. Avete deciso così rapidamente?»
«C’è di mezzo questa quotazione in borsa e non vogliamo avere gatte da pelare. Anche se qualcuna ce n’è sempre. Questo è il contratto che le proponiamo.»

..continua…                    leggi le puntate precedenti          

*tratto dal romanzo JACKFLY 
(www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)

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