Jackfly, cosa ti è preso?

JACKFLY (57a  Puntata)

Che ti è preso quella sera, Jack? Che cosa c…avevi nella testa? Perché te la sei presa con l’unica persona che sicuramente era dalla tua parte? Perché l’hai mollata di punto in bianco, ti sei alzato come una furia e sei uscito di corsa, sbattendoti la porta alle spalle? E poi ti sei messo a vagare per la città, senza una sola idea sensata in testa. Solo con un senso di frustrazione, una voglia di riscatto, il desiderio di scatenare la terza guerra mondiale, una smania di vendetta che guida inconsciamente i tuoi passi. Sì, una guida ci dev’essere stata perché altrimenti non ti saresti fermato di nuovo proprio davanti alla vetrina dell’armaiolo di via Borsieri. Di nuovo lame luccicanti, spade, sciabole, scimitarre, machete, coltelli, baionette, pugnali resi ancora più brillanti dalle luci al neon della vetrina. Per la seconda volta in pochi giorni ti trovi laggiù.
Dentro la tua testa c’è il caos. Una parte di te vorrebbe impedirti di entrare, arrivi perfino a ricordarti che tu una pistola ce l’hai già. Quella con cui si è ucciso tuo padre…
Perché vuoi metterti nei guai? Ma c’è l’altra parte di te che si è già messa a parlottare con il negoziante.

«No, no, non c’è niente da fare» dice lui, scuotendo la testa. Tu insisti. A un certo punto riuscire a ottenere quel che chiedi era diventato come una specie di scaramanzia: “se riesco a comprare una
pistola senza porto d’armi, senza autorizzazione, se riesco anch’io a fare qualcosa di irregolare, per una volta nella vita, allora tutto andrà bene”. E hai tirato fuori due biglietti da cinquecento e hai poggiato sul bancone il tuo orologio automatico da quattromila euro. Il negoziante ti ha guardato negli occhi, ha scosso di nuovo la testa, avrà pensato che ti stavi mettendo nei guai, poi ha preso i soldi, l’orologio, e ti ha chiesto di attendere. Tu hai aspettato, con il cuore in tumulto, con il cervello a mille, senza un briciolo di buonsenso. Finché è tornato con un pacchetto chiuso in un cellophane.

«Ecco a lei.»
«Ma c’è tutto? Anche i…»
«C’è tutto, non si preoccupi.»

Oggi, nel tuo limbo, ti guardi la fasciatura. Certo che ti hanno pestato bene. La pistola non ti è servita. E meno male. Altrimenti saresti all’ospedale lo stesso, ma piantonato dalla polizia, oppure al cimitero. Invece stai ascoltando della musica. Qualcuno ha acceso la radio. È da stamattina che senti canzoni e ora c’è proprio quella di Renato Zero:

“… Nonostante mi sia difeso, sai
Qualcuno mi ha ucciso.
Tentativo fallito altre volte e poi… riuscito.
Un’assurda, inspiegabile volontà di dare fuoco…
Ho sbagliato a fidarmi…”

La stessa canzone che hai sentito a tutto volume per duecento volte quella notte in cui sei entrato in macchina e hai cominciato a vagare con una pistola nel cruscotto. Prima per la città e poi, fuori, con i finestrini aperti, la radio al massimo, le lacrime che ti uscivano dagli occhi senza che potessi far nulla per fermarle. Cosa fare, dove andare, quanto tempo avevi prima di dover traslocare? Dove avresti messo tutte le tue cose? Cosa avresti detto ai colleghi? Cosa avresti detto ai tuoi clienti? Perché quel c… di Tir ti sta attaccato al culo strombazzando come un ossesso? Perché stai andando a 30 all’ora e sei in corsia di sorpasso, Jack. Sveglia! O pensi, o guidi.

“… Più ti spendi, più ti dai…
E più l’invidia scatenerai.
Mille discorsi lasciati in sospeso…
Finché qualcuno mi ha ucciso…”

Dai gas e ti sposti nella corsia di destra. Ma dove stai andando? Hai preso un’autostrada a caso o sapevi inconsciamente dove andare? Chiami Céline? Sono le tre del mattino. Lascia perdere. Andrai da Esposito? No. Ma vuoi vendicarti, vero? Però vorresti che questa vendetta arrivasse da sola, come una punizione divina. Cosa ci sta a fare, Dio, se non punisce i malvagi per conto suo? Anche questo lavoro lo
lascia a noi? Adesso però stai andando a duecentoventi. Alla tua sinistra il cielo sta cominciando a schiarirsi. Non è il caso di impastarsi. Finché qualcuno mi ha ucciso… Almeno sia sul campo, in battaglia, non come un cretino, in autostrada.
Entri in una stazione di servizio. Accosti e reclini il sedile dell’auto.

Mille discorsi lasciati in sospeso…

..continua…                    leggi le puntate precedenti          

*tratto dal romanzo JACKFLY 
(www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)

 

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