Arpe primo azionista di Banca Profilo con Sator

Nella giornata di ieri il cda di Banca Profilo ha approvato il preconsuntivo del 2008, che ha registrato una perdita di 74 milioni di euro, a seguito del recente peggioramento dei mercati finanziari, elemento che ha favorito l’accoglimento di un ampio piano di aumento di capitale, che porterà alla ristrutturazione dell’attività dell’istituto, con una conseguente revisione del modello di business ed una specializzazione nell’attività di private banking, ma anche una modifica dei soci di riferimento, con il fondo di private equity Sator che diventerà primo azionista della banca.

Nel dettaglio verrà eseguito un aumento di capitale di 110 milioni di euro, suddiviso in due tranche; il prezzo di emissione delle azioni è di 0,2 euro.
La prima sarà da 30 milioni ed offerta in opzione a tutti gli azionisti, dove Sator garantirà la sottoscrizione di una quota di 15 milioni, mentre gli attuali azionisti di riferimento sono impegnati a sottoscrivere la relativa quota per un ammontare minimo di 9 milioni di euro, estendibile a 15 milioni di euro. 
La seconda tranche prevede 70 milioni di euro, estendibili a 80, ed è riservata a Sator, che avrà la possibilità di allargare la base azionaria anche ad altri investitori terzi interessati al progetto.

Al termine dell’operazione il fondo di private equity di Sator deterrà quindi una partecipazione superiore al 51 per cento del capitale della banca.
 
L’accordo è comunque condizionato alle autorizzazioni della Banca d’Italia, Antitrust, ma anche dell’autorità bancaria svizzera, in relazione alla partecipazione del 60% detenuta in Société Bancaire Privée di Ginevra, all’esenzione, da parte della Consob, dall’obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto ed al parere favorevole della società di revisione sulla congruità del prezzo di emissione dell’aumento di capitale.

Grazie all’aumento di capitale il coefficiente tier 1 salirà al 13 per cento, uno dei livelli più alti in Europa, per questo è difficile che la Banca d’Italia possa emettere un parere negativo, inoltre le piccole dimensioni dell’istituto escludono obiezioni da parte dell’Antitrust.

La recente operazione mostra un ritrovato attivismo dei fondi di private equity italiani, la cui crisi di raccolta non sembra aver toccato Sator, che ha raggiunto i 700 milioni nel corso del primo anno. In aggiunta lo scorso 3 febbraio, la Fondazione Roma è entrata direttamente nel capitale di Sator, nel quale sono già presenti la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Angelini Partecipazioni Finanziarie, Api Holding, d’Amico Società di Navigazione, Gruppo Santarelli, Massimo Moratti.

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