Essere un promotore finanziario. Non sempre si è ben visti. Poche persone sono in grado di capirne il profilo professionale e la maggior parte della clientela non istituzionale (quella con poche conoscenze in ambito finanziario, ovvero la maggioranza) è portata a pensare a questa figura come a una sorta di piazzista dalle scarpe tirate a lucido. Nonostante queste incomprensioni, essere promotore finanziario è ancora un sogno nel cassetto per molti. Se è vero che, analizzando la composizione dell’Albo relativo, si scopre che negli ultimi 30 giorni vi è una netta prevalenza di ingressi rispetto alle uscite.
Gli ingressi, a livello numerico, doppiano quasi letteralmente le cancellazioni (non si considerano, ai fini dell’analisi, gli sciagurati casi di decesso); 283 contro 153. Mica poco. Ogni area di analisi conferma questo trend, ad esclusione del comparto Umbria/Toscana, che vede 15 persone in meno. Se consideriamo il rapporto afflussi/deflussi i risultati più sorprendenti provengono dall’Emilia Romagna: 60 ingressi per 24 deflussi, ovvero ingressi per più del doppio delle uscite.
Insomma, volenti o nolenti la professione di promotore finanziario, malgrado tutte le critiche che attira, malgrado le problematiche, la crisi e quant’altro, continua a rimanere un approdo di fascino per molte persone. Per dirla alla maniera di Voltaire “Se il promotore finanziaro non esistesse bisognerebbe inventarlo”.