Rifletti, Jackfly, rifletti

JACKFLY (75a  Puntata)

 Milano,
Banca Amica
Ore 9.40 del 5 novembre

«Il dottor Cabrini la prega di attendere, ingegner La Mosca.»

Seduto davanti alla porta chiusa hai cominciato a contare i minuti che ti separavano dalla tua esecuzione definitiva. A questo punto, non ti avrebbe più assunto nessuno. Uno che cambia due banche in pochi mesi chi vuoi che se lo prenda? Hanno per caso aperto un lazzaretto per gli appestati? No? E allora, bisogna che ti arrangi. Chiedi a Gotti, quello che avevano licenziato qualche tempo fa, magari ti può subappaltare il posto di lavavetri supplente ai semafori. Sulla parete davanti a te, in una cornicetta molto andante, c’è una frase di Luigi Einaudi. Sai chi è stato? Dai che lo sai… hai 38 anni, non sei andato alla scuola delle 3I che considera passato remoto tutto quello che è accaduto prima del 1994… È stato il secondo presidente della Repubblica Italiana. La frase te la puoi anche imparare a memoria. Tanto hai tempo. Cabrini ti fa fare anticamera.

“Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientela sempre più vasta; ampliare gli impianti, abbellire la sede costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se cosi non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda investono i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”.

Che strano tipo, questo Cabrini. Mettere una citazione del genere in una banca. Che significa? In Nattan si metterebbero a sghignazzare. “Una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno”? Beh, trombare qualche bellona, avere il potere di distruggere la vita degli altri. Questo può essere una molla altrettanto potente che il guadagno, ma “ispirare fiducia”, ah ah ah! Certo, la fiducia devi ispirarla nel prossimo, ma solo perché così riesci a fregarlo meglio. Il fatto è che quando ti fidi, ti possono infinocchiare troppo facilmente. Uno cerca i bruscolini nell’occhio dell’altro, e non si accorge di avere una trave nel suo. Come con i promotori: uno si fa un culo tanto, perché per legge non deve fare questo, non deve fare quello. Per esempio non può mai prendere soldi in contanti da un cliente. Sicché, se sei un promotore e per caso versi i contanti che tua sorella ti ha dato da investire e vieni beccato, ti danno cinque anni di sospensione. E tutti dicono: «Eh, Beh, insomma, certo, cosa vuoi, le leggi sono leggi, uno non può mica farsi i comodi suoi…» Poi se invece un amministratore delegato falsa il bilancio, froda il fisco, pazienza: è roba depenalizzata, prescritta, lo promuovono in un’altra banca. Non ha distribuito dividendi, anzi è andato in perdita? E, vabbè: cambiamogli banca, mettiamolo in una struttura più grande, che magari si trova meglio e riesce anche a far peggio. Ha emesso bond spazzatura? Ma che bravo! Che persona creativa, è questa la gente che ci serve, perché dobbiamo sempre trovare risorse nuove, accrescere i profitti, specialmente quando non ci sono. Gli strumenti per evitare ruberie e imbrogli ci sono, le istituzioni sono sane, gli organi di controllo sono competenti… uhm, questo è un problema, ma si supera. In fondo, l’arte ha bisogno di ostacoli per esprimersi al massimo.

Che gusto ci sarebbe a guadagnare degli spropositi se si potesse fare onestamente e alla luce del sole? Che merito ci sarebbe?

..continua leggi le puntate precedenti;  *tratto dal romanzo JACKFLY (www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)
 

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