Fare il promotore, si sa, non è semplice. I primi anni le soddisfazioni a livello retributivo non sono mediamente molte. Una volta però raggiunta un certa esperienza, come cambiano le retribuzioni? Magstat ha trasmesso uno studio su quelle che sono le dinamiche retributive del mondo dei private banker. Dopo tante fatiche, sembra che i risultati siano premianti.
Per i primi due step (pb junior e senior) generalmente si parla di contratti triennali o quadriennali con un portafoglio di riferimento tra i 30 e i 50 milioni di Euro. Per questa fascia di operatività, la cui mansione principale consiste nel gestire la clientela facoltosa della banca cercando di svilupparla, la retribuzione fissa annuale varia da 40-62 mila Euro per la prima categoria e 54-300 mila Euro per i senior, con una componente variabile che si compone di 20-30% più formazione per la prima categoria e un massimo del 50% + benefit aziendali per la seconda.
Andando avanti a livello gerarchico, con attività che si sviluppano a livello di coordinamento di unità di private banking, si passa dai 84-150 mila Euro del Responsabile unità Private Banking fino ai 120-350 mila Euro del Capo area Private Banking. L’aspetto più interessante di queste alte categorie di professionisti, sono le componenti variabili del contratto: possono andare dal 70% fino al 100%. Inoltre è prevista la presenza di diversi bonus aggiuntivi, come ad esempio macchine, case e quant’altro, passando anche per le stock option.
Non resta quindi che buttarsi a capofitto nel lavoro. Con diversi sacrifici sul piano privato e qualche costante straordinario, la via della soddisfazione retributiva ci attende. Poi per goderci la vita a livello pratico, spendendo quanto accumulato, non resta che attendere la pensione. Sempre che, a 70 suonati, non ci sorga il seguente dubbio “ne valeva davvero la pena?”. Ognuno avrà la propria risposta.