Jackfly, chiedi consiglio, o no?

JACKFLY (80a  Puntata)
Il giorno dopo
Ore 8 del 10 novembre

Ma lo sai che nessuno può mettersi contro una realtà troppo più grande di lui? Perché peggiorare le cose? E perché le cose peggiorino, è sufficiente che si creino nuove tentazioni, lusinghe, seduzioni sottili, scoperte. Come quando, un giorno, arriva Giovanni con aria trionfante e ti mostra un foglio con su scritte, a mano, poche parole: “Egregi area manager, vi informiamo che da lunedì è operativa la Nattan Suisse a Lugano, una nostra nuova consociata”.
«Embè? Che roba è?» chiedi tu.
«Come che roba è? È il primo messaggio decrittato dalla posta di Imperiali» risponde Giovanni.
«Ah! Racconta, racconta.»
«Non sto a spiegarti come sono riuscito a decifrarla, tanto non lo capiresti. Ti basti sapere, però, che appena sono riuscito a dare il comando “stampa” la e-mail si è autodistrutta. Per fortuna ne avevo fatto una copia a mano. Per adesso ho solo questa perché, anche se usano sempre lo stesso sistema di cifratura, cambiano continuamente le chiavi. Probabilmente hanno dato una tabella cartacea a tutti gli area manager. Infatti per l’ultima cifra della password chiedono cosa corrisponde all’incrocio di un numero con una lettera. Come a battaglia navale. Certo, se avessi la scheda di Imperiali sarebbe tutto facile perché, per adesso, devo trovare tutte le volte la combinazione. Ma penso di riuscire a trovare il pattern nel giro di due giorni.»
«Caspita, un ottimo lavoro» fai tu, prendendo il foglio con due dita, come se temessi che anche la carta si possa autodistruggere.
«L’unica cosa che non capisco è perché tanta riservatezza per una notizia che tutti potrebbero  leggere sui giornali.»
«Non lo so» risponde Giovanni, «io te l’ho decifrata. Capirla tocca a te.»
«D’accordo, ma hai qualche idea?»
«Boh. Forse le parole vogliono dire un’altra cosa. Tipo “È aperta la nuova sede operativa a Lugano” vuol dire “È partito il nuovo carico di eroina per Bologna”…»
«Uhm… questa mi sembrerebbe troppo grossa. Non metto più la mano sul fuoco per nessuno, ma Imperiali, in fin dei conti, non mi pare il tipo del narcotrafficante.»
«Allora vuol dire proprio quel che c’è scritto. E la cosa interessante sta proprio nel fatto che la comunichino.»
«Non capisco.»
«Beh, ammettiamo che io e te stiamo preparando il furto della Gioconda e che io sia un tuo complice. Se ti scrivo “Le comunichiamo che il famoso dipinto di Leonardo La Gioconda lascerà il 15 di questo mese il Louvre per una tournée nei maggiori musei del mondo”, cosa può significare? O che effettivamente La Gioconda sta per partire e può essere l’occasione per fare il colpo o per rimandarlo. Oppure che il colpo è fissato per il giorno 15. Insomma, sta a te capire quel che ti scrivo, ma quel che scrivo è vero in sé, non c’è bisogno di decifrazione.»
«Caspita, la sai lunga tu.»
«Grazie. Il fatto è semplicemente che sono un ragazzo e tu sei un babbo. Elasticità, freschezza, intuitività: ecco cosa ti manca.»
«Ehi, vacci piano! Piuttosto, se le cose stanno così… devo pensarci. In fondo, a un promotore finanziario non dovrebbe importare molto se aprono una filiale in Svizzera. Per legge i promotori possono operare solo in Italia.»
«Beh, allora non so…»
«Dovrei parlarne con qualcuno…»
«Perché non telefoni alla tua ragazza?»
«Alla mia ex ragazza, vorrai dire.»
«Perché, vi siete lasciati?»
«È una storia lunga» replichi tu, ripensando alla cena e all’anello che ti è rimasto in tasca.
«Però è un avvocato, e mi sembra anche una sveglia.»
«Sveglia è sveglia… ma non è un avvocato, è un’avvocata.»
«E che vuol dire?»
«Vuol dire che lei l’avvocato lo fa da donna e non da uomo, e che il termine deriva dal latino, e ha un femminile normalissimo… insomma è una roba complicata che capisce solo lei… Comunque, non so se è il caso di chiamarla. Magari mi sbatte il telefono in faccia, non vuole parlare con me.»
«O magari non aspetta altro.»
Casa La Mosca
Ore 12.00 del 26 novembre
«Pronto, Céline, ehm, ciao, sono…»
«Lo stronzo?» ti risponde lei.
«Beh, veramente prima mi chiamavi groscialù!»
Dall’altra parte del ricevitore senti una risatina divertita:
«No, no: gros jaloux, gelosone. È diverso, e poi erano altri tempi. Allora eri geloso di me, oggi non te ne importa più niente».
«Sì che me ne importa.»
«E allora perché fai di tutto per non farmelo credere?»
«Perché è un periodo in cui la mia vita è un casino, e non ci capisco più niente neanche io.»
«Almeno questo lo ammetti. Diciamo che può essere un passo avanti.»
«Diciamo che ti amo.»
«…»
«Pronto, sei ancora lì?»
«Sì, sì… ma ti confesso che mi hai preso alla sprovvista.»
«Allora tieniti forte, che te ne dico un’altra.»
«Sentiamo.»
«No, no… ora che ci penso preferisco parlartene quando ci vediamo.»
«Ma ci vediamo, allora?»
«Tu che dici?»
«Beh, io direi di sì… solo che sono in partenza.»
«E per dove?»
«Ehi, ciccio, nun t’allarga’!»
«Scusa.»
«No, dai, scherzavo. Sono via una settimana per un congresso. Vado a Menaggio.»
«E parti…»
«Oggi.»
«D’accordo. Però hai tempo dieci minuti che ti racconto una cosa su cui voglio un tuo parere?»
«Un parere? Uhm… può essere. Come paghi?»
«Come al solito. In natura.»
«Non so se basta.»


..continua leggi le puntate precedenti;  *tratto dal romanzo JACKFLY (www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)
 

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