Polita si propone "Change" nella presidenza Bpm

Presentata oggi all’hotel Four Seasons di Milano, la lista “Change” per la presidenza di [p]Antonello Polita[/p] per BPM. L’incontro è stato aperto dall’intervento dell’economista Francesco Arcucci, il quale ha sottolineato l’importanza di una maggior presenza territoriale anche da parte di una banca popolare, in modo da esser sempre vicini alle problematiche ed alle preoccupazioni a livello locale.

La parola è presto passata all’imprenditore Antonello Polita, il candidato alla presidenza della lista Change. “E’ fondamentale il mantenimento della natura cooperativistica della Banca, tramite un programma che non metta al centro nessun personalismo. Non si parla di una squadra con Napoleone al comando, ma di un cda che prende le proprie decisioni in piena armonia”. Ed è stato proprio il problema della governance, in effetti, in questi anni di presidenza Mazzotta, ad aver condotto BPM ad intraprendere sovente, operazioni che hanno solo danneggiato il conto economico della Banca.

Change, infatti, si deve intendere, come spiega Polita, non come un “cambiamento” del modo di fare banca, “ma un rinnovamento integrale di tutti i componenti della governance passata che oggi puntano il dito contro l’ex presidente Mazzotta”. Se Mazzotta è stato imputato delle colpe di alcune cattive operazioni di BPM, secondo il candidato di Change anche molti amministratori hanno le loro colpe, “amministratori che poi ritrovi nelle liste di Mazzotta stesso e Ponzellini”, segno che, di fatto, nulla cambierebbe alla fin fine. Su nostra sollecitazione, Polita ha spiegato che, qualora la sua lista non dovesse ottenere la maggioranza dei voti, bensì vincesse la candidatura di Ponzellini, potrebbero non esser affatto risolti i problemi di governance. In caso di maggioranza compatta da parte delle Associazioni, certamente, non esisterebbero problemi di “potere”, in caso di esigua maggioranza, invece, si potrebbe assistere a diversi passaggi e cambi di idee, con spostamenti da una fazione all’altra. “Del resto – ci racconta Antonello Polita – l’Associazione Amici di BPM ha bruciato 4 candidati alla presidenza in breve tempo: Salvatori, Vesca, Benvenuto, Mancuso… per poi arrivare alla candidatura definitiva di Ponzellini”.

Change si propone come terza lista, di disturbo, ma in senso positivo. Polita ha illustrato come sia stato davvero arduo raccogliere le firme necessarie, in quanto la sua lista è stata oggetto di ostruzionismo, di tutti i tipi, da parte delle Associazioni rivali. Tra le firme a favore ci Change, nessuna è di un dipendente della banca di Legnano per esempio, nonostante Polita vi fosse persino stato consigliere. Tuttavia, in diversi voteranno alle urne, segretamente, la lista dell’imprenditore, afferma Polita.  Esattamente, la lista Change ha, con difficoltà, raccolto 361 firme, peraltro lo stesso numero dei pensionati, 200 firme in meno della lista di Mazzotta. “In assemblea – chiosa Polita – le difficoltà incontrate nella raccolta firme saranno premiate in senso opposto alle urne”.

Nei primi 100 giorni di presidenza, qualora vincesse la lista Change, Polita intende eliminare il piano esuberi messo in atto da Mazzotta. Questi aveva assunto 280 persone per poi licenziarne 800, sostiene Antonello Polita. Non sarà politica di Change licenziare chi costa di più ed ha esperienza, per chi costa di meno, perdendo in capitale umano. In secondo luogo, la lista intende ristabilire il contatto diretto con il direttore di filiale, qualora pmi e privati richiedano un prestito. Una cosa è ritrovarsi davanti un computer, un’altra un direttore dotato di autonomia, cui conseguono responsabilità. Terzo punto del programma è quello di limitare i compensi degli amministratori, dal presidente al consigliere. Inoltre, Polita intende promuovere i propri dipendenti in base alla meritocrazia, spunto copiato anche da Mazzotta, e non su sollecitazione delle Associazioni. La questione più importante, però, è sicuramente la ricerca di Polita ed i suoi, qualora alla presidenza, di tutti gli strumenti legali-giuridici necessari, anche una modifica dello Statuto societario, al fine di portare alla votazione dei soci tutte quelle operazioni che impattano direttamente sul Conto Economico di BPM. Questo sia per il discorso di governance di cui sopra, sia perché così, una volta promosso o bocciato un progetto, i soci ne hanno già discusso e ne sono a conoscenza.

Per quanto riguarda i suoi avversari alla corsa alla presidenza di BPM, Polita ne ha per entrambi. Su Ponzellini si domanda come potrà essere presidente di BPM, nel caso, e di Impresilo al contempo, visto che ha dichiarato che non abbandonerà quest’ultima. Su Mazzotta, invece, consiglia al rivale di impegnarsi anche lui con i soci nel non trasformare la struttura della Banca, cosa che darebbe al programma del presidente uscente più appeal.

Infine, prende la parola Vittorio Pessina, senatore in Parlamento e nella lista Change anch’egli. Pessina ci spiega altri punti del programma della sua lista, quali una politica a favore delle quote rosa, un cambiamento non solo nella governance, ma anche nelle strategie operative (non volte solo alla ricerca del rischio pensando che questo porti automaticamente più redditività, cercando esasperatamente di aumentare il ROE facendo calare il rapporto cost/income), e nel rinnovamento generazionale. Infatti, dietro a Polita, ci sarebbero come vicepresidenti i più anzioni Manorchio ed Arcucci, scelta volta in prospettiva futura, anche qualora Change non dovesse ottenere la presidenza quest’anno.
“Perché noi gareggiamo per vincere”, chiosa, infine, Antonello Polita.

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