Fondi comuni, segnali di speranza dagli Stati Uniti. Aspettando Assogestioni

Per l’industria del risparmio gestito in Europa il 2008 è stato un vero e proprio annus horribilis. I riscatti nel Vecchio Continente hanno superato la cifra record di 300 miliardi di euro e, senza il contributo dei fondi monetari, le perdite avrebbero quasi raggiunto i 400 miliardi. Inizia così il nuovo numero della newsletter di Assogestioni.

Con un articolo a firma Mauro Baratta, Lipper FMI, il periodico di informazione finanziaria dell’associazione guidata da Marcello Messori, apre una riflessione sul futuro dell’industria dei fondi comuni a livello europeo. “Nei mercati europei nessuna tipologia di fondi è stata risparmiata” scrive Baratta “fatta eccezione per i fondi di liquidità la cui raccolta nel corso degli ultimi due anni (oltre il 70%) è comunque attribuibile a investitori istituzionali e non retail”.

Ma se in Europa la situazione non è rosea, negli Stati Uniti lo scenario è leggermente differente. Non solo per tutto il 2007 e per la prima metà del 2008 il mercato dei fondi comuni americani è riuscita a evitare rallentamenti e in certi mesi è anche riuscito a registrare una crescita della raccolta. Ma negli ultimi due mesi, mentre in Europa, e in particolare in Italia, l’industria del risparmio gestito ha subito gli ennesimi stop, i fondi comuni americani sono tornati a registrare un saldo positivo (articolo Aprile fa tornare in nero le performance dei fondi chiusi americani).

Nel mese di aprile il 98% di tutti i fondi chiusi statunitensi ha ottenuto un risultato positivo (per l’esattezza il 99% dei fondi obbligazionari e il 97% di quelli azionari), rivela la consueta analisi mensile di Lipper. Numeri da fare invidia al mercato italiano che ha dovuto fare i conti con un trimestre negativo. Nella giornata di giovedì 7 maggio saranno diffusi i dati Assogestioni relativi al mese di aprile. Non resta che aspettare.

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