La crisi della Borsa e dei prodotti legati ai titoli in sofferenza

In questo contesto di crisi generalizzata, scricchiolano i pilastri del sistema, non ci sono più certezze, solo ansia e timore, per milioni di John Smith, di perdere i propri soldi.
La crisi travolge la Borsa e tutto crolla, titoli buoni e meno buoni, di ogni tipo e settore. Non ci sono più titoli o settori difensivi, non si guarda più al valore di un’azienda ma si pensa solo a vendere… quasi tutti, perché se c’è qualcuno che vende qualcuno sta comprando… indovinate chi?
Quelli che vanno controcorrente.

Nell’ottobre del 2008, i governi di tutto il mondo intervengono per arrestare la crisi, dando così una prima iniezione di fiducia al sistema (probabilmente, come si discute in questi giorni di novembre, ci saranno altri interventi). C’è una reazione forte da parte di molti. Il mondo economico non può finire, l’economia reale, le industrie si basano sul prezioso ruolo delle banche.

Senza le banche, infatti, si torna al baratto (come hanno già pensato di fare nella prima community italiana di baratto su web “zerorelativo”) e si perdono circa 600 anni di sviluppo.

E adesso, tutti a confidare nelle idee innovative del nuovo presidente U.S.A.: Forza, Barack!

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