Istituzioni – Broker, quota di mercato sale al 26,74%

Nonostante le difficoltà del settore assicurativo, i broker gudagnano fette di mercato. Dall’assemblea annuale di AIBA (Associazione Italiana Broker di Assicurazione) emerge che i broker hanno ulteriormente rafforzato la propria incidenza sul mercato (+12% rispetto al 2007) e che i premi gestiti nel 2008 sono saliti a 24,605 miliardi di euro, a fronte dei 21,980 miliardi dell’anno precedente. La quota di mercato complessiva quindi ha raggiunto il 26,74%, era 22,18% nel 2007.
 
Nei soli rami danni i broker italiani hanno gestito 19,684 miliardi di euro di premi, rispetto ai 17,584 del 2007, per una quota di mercato nel comparto pari al 52,6% (46,7% nel 2007). Dal 2005, ultimo anno in cui la raccolta complessiva del sistema assicurativo è stata positiva, si è registrato un costante decremento: 106,6 miliardi nel 2006 (-2,9%); 99,116 nel 2007 (-7%) e 92 miliardi nel 2008 (-7,2%). Ma è solo dal 2008 che il rallentamento ha interessato oltre al comparto vita (-11,2%), anche i rami danni (-0,6%).
 
«I numeri confermano come i broker abbiano saputo rispondere efficacemente alle condizioni sfavorevoli del mercato. Tuttavia, va ricordato che se già nel corso del 2007 il nostro Paese avvertiva una crisi economica rilevante che si rifletteva anche sulla raccolta del mercato assicurativo, per quanto riguarda i broker i dati al 31 dicembre 2008, non scontano ancora le conseguenze della crisi finanziaria che, a partire dal 15 settembre 2008, data del fallimento della Lehman Brothers, hanno coinvolto l’intero sistema finanziario mondiale», ha osservato il Presidente dell’AIBA, Francesco G. Paparella.

«Ora – ha continuato Paparella – si è aperta una nuova fase. È ragionevole pensare che tra i principali protagonisti del sistema economico globale si affacceranno nel prossimo futuro nuove realtà come la Cina e l’India che potranno trarre beneficio dalla profonda mutazione delle regole che sembra profilarsi. Già si identificano alcuni temi, primo fra tutti quello della salvaguardia ambientale che da pericolosa criticità, se affrontato correttamente, potrà trasformarsi in un’opportunità di sviluppo e di miglioramento della qualità di vita».

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