Banche – Citi aumenta del 50% i salari

Trader e banchieri sembrano non passarsela così male, sopratutto qualora altre banche dovessero seguire l’esempio di Citigroup. La banca americana, infatti, ha deciso di aumentare i salari di base ai propri dipendenti del 50%, per compensare la riduzione dei bonus annuali. L’indiscrezione parte dal New York Times e sarebbe confermata da una voce interna alla Banca, che si occupa del piano di aumento salariale. Citigroup, che ha ricevuto aiuti statali per oltre 45 miliardi di dollari, va a fare compagnia, quindi, alle politiche di aumento salariale attuate anche da Ubs, Bank of America e Morgan Stanley; peraltro, l’istituto creditizio americano starebbe valutando se reintrodurre le stock option, visto il crollo del valore azionario delle proprie quote nell’arco di un anno.

Come accennato, l’aumento della retribuzione riguarderà, in particolare, trader e banchieri d’investimento, mentre gli incrementi per chi lavora in altri settori saranno minori. Secondo quanto rivelato da [p]Vikram Pandit[/p] a Milano Finanza, tali aggiustamenti salariali non sono indirizzati ad accrescere la somma totale dei compensi. Lo scopo, difatti, sarebbe quello di trattenere ed attrarre i migliori talenti del settore. Curioso, però, il fatto che la politica del presidente americano [p]Barack Obama[/p] a riguardo, è quella di un maggior controllo delle spese delle banche e di una stretta regolamentazione per monitorare la situazione. In questo senso, allora, l’aumento salariale di Citi, viste poi le perdite di oltre 36 miliardi di dollari nell’ultimo anno e mezzo ed i prestiti statali, sembrerebbe allora un’incongruenza. Inoltre, propria Obama ha affidato all’avvocato Kenneth Feinberg la missione di vigilare sui compensi all’interno delle società che hanno beneficiato di aiuti statali.

In sostanza, la questione sembra restare aperta, soprattutto in vista del fatto che il governo USA potrebbe convertire presto i fondi erogati in azioni ordinarie e partecipare così al 34% in Citigroup. Si aggiunga, infine, l’opinione pubblica sugli alti stipendi dei banchieri in un momento di crisi partito proprio da lacune nel settore finanziario.

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