Fondi comuni di investimento: si tratta di masse di denaro investite da più risparmiatori che vengono usate da gestori professionisti per acquistare azioni, obbligazioni, Titoli di Stato o liquidità. Le varie tipologie di fondi incorporano ognuna un diverso grado di rischio, che cambia a seconda dei titoli che il gestore può inserire in portafoglio. Conoscere le caratteristiche è utile per chi vuole distribuire il rischio in un mix di fondi.
I Fondi si dividono in alcune categorie; ecco le principali:
• Fondi liquidità: sono quelli che investono il loro patrimonio in misura prevalente in obbligazioni e in Titoli di Stato a breve termine.
• Fondi obbligazionari: anche in questa famiglia i Titoli di Stato e le obbligazioni rappresentano l’investimento principale. In questo caso, non esistono vincoli di durata e, quindi, i gestori possono orientarsi su scadenze differenti basandosi sulle loro previsioni di andamento dei tassi.
• Fondi bilanciati: investono in modo equilibrato tra titoli azionari e titoli a reddito fisso.
• Fondi azionari: possono arrivare a investire l’intero portafoglio in azioni. Sono esposti alle fluttuazioni della Borsa e possono generare nel breve periodo delle perdite o degli ottimi guadagni.
• Fondi flessibili: una categoria molto ampia in cui è difficile segmentare i prodotti. Generalmente, il gestore ha più libertà di azione e, quindi, se è capace, può ottenere risultati migliori. Se tutto scende, ovviamente, anche lui è penalizzato.
• Fondi di fondi: caratteristica principale è l’ampiezza della diversificazione possibile. Al loro interno, possono essere inseriti fondi molto specializzati, ciascuno dei quali gestito da uno specialista. In pratica, si realizza la “gestione dei gestori”.
• Fondi immobiliari chiusi: sono gestiti direttamente da società che investono in patrimoni immobiliari o in società immobiliari. Sono chiusi perché hanno una data di inizio dell’investimento e una scadenza che di solito varia tra 5 e 10 anni.
Gestioni patrimoniali mobiliari: attraverso un mandato, la SGR o la banca prende l’impegno a curare il risparmio del cliente comprando per suo conto titoli azionari o obbligazionari.
Gestione patrimoniale in fondi: sono portafogli costruiti con fondi. Il loro punto di forza è che, con capitali anche limitati, permettono una diversificazione molto ampia e la possibilità di utilizzare le competenze di più gestori specializzati ciascuno in un certo mercato. Attenzione ai costi.
Etf: seguono passivamente l’andamento di un indice di riferimento.
Hedge fund: sono strumenti finanziari che utilizzano particolari strategie di gestione. Il gestore ha un’ampissima libertà di movimento. Se capace, può dimostrare tutto il suo valore senza vincoli. Sono particolarmente indicati per i risparmiatori che dispongono di grandi importi (per legge l’investimento minimo è di 500.000 euro). Anche qui ci sono fondi di fondi e fondi singoli.
Unit linked: sono prodotti finanziari-assicurativi che investono in fondi di investimento. Il rischio, e quindi il potenziale guadagno, dipende dall’indirizzo dell’investimento sottostante che può essere obbligazionario, bilanciato o azionario.
Index linked: sono molto simili alle obbligazioni strutturate. Sotto il cappello di una polizza vita, banche o assicurazioni promotrici confezionano un prodotto composto da una obbligazione e da un derivato. Alcune sono salite recentemente alla ribalta per il fallimento della Lehman Brothers, le cui obbligazioni erano presenti all’interno di diverse index linked che oggi valgono quasi nulla.
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