Promotori Finanziari – Questione di fede

Spesso la buona fede non basta. Tanto più se non si riesce a dimostrarla con certezza. La storia del signor Mauro Pozzi ce lo ribadisce.

Questa volta non si parla di somme percepite o prelevate, bensì delle scelte specifiche di investimento effettuate. In seguito ad accertamenti risulta che il pf Pozzi, nella veste di promotore finanziario ed esorbitando dai limiti del mandato conferitogli da Banca Mediolanum S.p.A. avrebbe, “in concorso e nell’ambito dell’attività di un soggetto non abilitato”, convogliato i risparmi di alcuni clienti “verso persone che non avevano alcun titolo nella gestione del risparmio, contribuendo a canalizzare flussi di denaro verso una realtà priva di titolo e in ultima analisi illegale”.

Il signor Pozzi, dal canto suo, ha avuto modo di dichiarare di non essersi appropriato di somme e valori di pertinenza dei clienti e di aver “barattato” i nomi proposti (circa una decina, interessati a compiere operazioni di investimento e con esigenze finanziarie che non potevano essere soddisfatte da Banca Mediolanum) come papabili interessati alla società in questione, con altre persone conosciute dalla medesima società non autorizzata, questa volta interessate a prodotti Mediolanum. In aggiunta a ciò ha ribadito di avere ignorato in buona fede che la suddetta “entità” fosse priva delle autorizzazioni necessarie per la prestazione di servizi di investimento.

Fatto sta che tutto ciò non è bastato; secondo Consob il promotore non ha rappresentato alcun elemento che possa indurre ad escludere la sua colpevolezza. La fede, anche se buona, si sa è sempre un argomento che prevede diversi scettici.

Commento:
“non si capisce niente di cosa ha fatto di illegale il promotore…”

Risposta:
Propongo un pratico revival (comunemente detto copia incolla) di quanto scritto nell’articolo, che spero possa essere d’aiuto “In seguito ad accertamenti risulta che il pf Pozzi, nella veste di promotore finanziario ed esorbitando dai limiti del mandato conferitogli da Banca Mediolanum S.p.A. avrebbe, in concorso e nell’ambito dell’attività di un soggetto non abilitato, convogliato i risparmi di alcuni clienti verso persone che non avevano alcun titolo nella gestione del risparmio, contribuendo a canalizzare flussi di denaro verso una realtà priva di titolo e in ultima analisi illegale”.

Commento:
“confermo come il lettore precedente che la questione non è chiara. il copia incolla conferma solo la nebulosità della descrizione.”

Risposta
Ecco in parole povere quanto riportato da Consob (nel caso vogliate leggere la delibera, troverete le medesime parole del mio precedente copia incolla): Mauro Pozzi (il promotore) ha fatto investire dei soldi ad alcune persone presso una società non autorizzata alla gestione del risparmio. Spero ora sia chiaro.

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