Promotori Finanziari – Az investimenti, shopping di star

Shopping di “stelle” per Az Investimenti. Sono infatti provenienti da top team come Mediolanum, Fideuram e Finecobank, i nuovi volti della società del gruppo Azimut.

Per iniziare abbiamo un’accoppiata dal sapore familiare; Cesare e Saul Mavero sono rispettivamente padre e figlio, entrambi provenienti dall’universo dei family banker con un portafoglio complessivo di circa 50 milioni di Euro. Abbiamo interpellato papà Cesare per domandargli qualche impressione sulla nuova avventura, ma lui ha deciso di non commentare attraverso un “Preferisco non esprimermi sull’argomento”, regalandoci un laconico quanto intrigante silenzio, sulla scia dei migliori romanzi familiari del novecento.

Provengono invece da Fideuram, Corrado Decio, Sergio Basso, e Giovanni Aldi, rispettivamente in forza a Lecco, Milano e Brescia. Si troveranno a operare nell’area della Lombardia, sotto la guida di Donato Borgonovo.

Last but not least ecco Alberto Ferrari, già Finecobank, a Bergano; lo abbiamo interpellato per domandargli il motivo della sua scelta ed ecco la risposta: “Ho iniziato la mia carriera nell’89 partendo da un’esperienza bancaria presso Comit, per poi introdurmi nel mondo dei promotori presso Fideuram. Nel 2004 ho scelto Xelion, realtà che poi è andata a confluire in Finecobank. La mia volontà di entrare in Az Investimenti nasce dal fatto che mi  ritengo un uomo di relazione, tale da sposare appieno la filosofia “di collaborazione” della mia nuova società, che nasce dal supporto al pf di 4 team specializzati con delega gestionale; una piattaforma on line, seppur di molto valore come quella di Finecobank, non mi offriva le medesime possibilità di interazione e di scambio di idee con altri professionisti.”

Una carriera, quindi, in continua evoluzione sul piano professionale; che il dottor Ferrari stia facendo qualche pensierino sulla consulenza indipendente? “ Sicuramente è una figura che può regalare ulteriore potenzialità di sviluppo sul piano professionale; tuttavia ritengo che venga ancora a mano la propensione dell’investitore medio ad accettare di pagare un servizio di consulenza che viene offerto gratuitamente anche da banche e reti, specie nel caso in cui queste adottino una architettura aperta, cosa che sostanzialmente fa cadere la logica di “parzialità” del servizio”. La morale è dunque chiara: tutti insieme per l’indipendenza, ma ognuno da casa propria.

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