Banche – UBS, semestre negativo e licenziamenti in vista

UBS chiude il semestre con una perdita netta di competenza degli azionisti per 1.402 milioni di franchi svizzeri. I risultati includono oneri da crediti propri di 1.213 milioni di franchi svizzeri, oneri di ristrutturazione di 582 milioni e una svalutazione dell’avviamento di 492 milioni di franchi in relazione all’annunciata vendita di UBS Pactual.

Wealth Management & Swiss Bank ha registrato deflussi netti pari a 16,5 miliardi di franchi svizzeri, mentre i deflussi netti hanno totalizzato 5,8 miliardi presso Wealth Management Americas e 17,1 miliardi presso Global Asset Management. Alla fine del secondo trimestre, il patrimonio investito risultava pari a 2.250 miliardi di franchi svizzeri, in aumento rispetto a 2.182 miliardi al 31 marzo 2009.

La posizione patrimoniale della banca rimane solida. I coefficienti patrimoniali BRI Tier 1 è pari al 13,2%, mentre l’indicatore BRI del patrimonio totale è pari al 17,7% a fine trimestre, incluso l’effetto dell’aumento di capitale completato il 30 giugno 2009 (quasi 4 miliardi di franchi, il quarto aumento di capitale in un anno e mezzo per l’istituto svizzero).

L’annunciata vendita di UBS Pactual dovrebbe concludersi nel corso del terzo trimestre 2009 e accrescere il coefficiente patrimoniale BRI Tier 1 di UBS di circa 50 punti base; di conseguenza il BRI Tier 1 ratio pro forma al 30 giugno 2009 sarebbe pari a 13,7%.

UBS ha ridimensionato la propria esposizione al rischio, con attività totali di bilancio diminuite di 261 miliardi di franchi svizzeri a 1.600 miliardi e attivi ponderati per il rischio diminuiti complessivamente dell’11% a 248 miliardi a fine trimestre. La banca, inoltre, annuncia una nuova riduzione dell’organico. Il 15 aprile, infatti, l’organico verrà ridotto a circa 67.500 unità nel 2010, dalle 71.806 unità al primo semestre 2009.

L’attività di investment banking è favorita dall’attuale fase favorevole dei mercati azionari, sebbene una crescita sostenibile non sia ancora individuabile. Ad ogni modo, le aspettative di UBS per il futuro rimangono caute, in linea con le previsioni di lenta ripresa e modesta creazione del credito.

Si ricorda, infine, che UBS ha tempo sino al 3 agosto per trovare un accordo con le autorità fiscali americane in merito alla sorte dei 52 mila clienti americani, sebbene sembra che in questi giorni la vicenda sia giunta a conclusione, secondo i giornali elvetici ed americani. Inoltre, è trapelata ieri sera anche la possibilità che Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler, di cui è finora vice presidente non operativo, abbandoni il cda dell’istituto svizzero.

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