«In primo luogo condivido l’impegno, assunto da Cardia, a completare il processo per uniformare le regole, applicate ai prodotti con un certo grado di opacità e di illiquidità, rispetto a quelle più trasparenti dei prodotti del risparmio gestito» spiega Messori che elogia anche le parole pronunciate in tema di consulenza finanziaria. «Il riferimento alla consulenza – chiarisce il presidente Assogestioni – aiuta l’attuazione di principi già espressi dal tavolo di lavoro promosso da Banca d’Italia con la partecipazione della Consob. Si tratta di ‘praticare’ la MiFID, differenziando la consulenza a seconda della complessità del portafoglio e della tipologia di investitore.
Quello che ancora sembra mancare all’industria del risparmio gestito sono però i numeri. Se si escludono le poche luci emerse nel primo semestre 2009 il settore dei fondi comuni continua a registrare deflussi netti. Siamo ancora lontani dalla fine del tunnel? «Credo che si sia aperta una finestra – risponde Messori – immettendo un imponente ammontare di liquidità per uscire dalla crisi in corso, la Bce ha temporaneamente allentato i vincoli del sistema bancario. Pertanto le banche possono tornare a puntare sul risparmio gestito e, dal canto loro, i clienti hanno convenienza a riscoprire uno strumento, i fondi comuni, che è trasparente, sempre liquidabile e diversificato. Ciò si tradurrà però in una ripresa strutturale del settore solo se le SGR sapranno sfruttare tale finestra per migliorare i servizi ai risparmiatori».
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