Niente crisi, le famiglie italiane sono più ricche

La crisi ci ha reso più poveri e il settore immobiliare è sprofondato nella voragine aperta dalla stessa. Niente di più falso, stando a quanto sostiene la Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre, che ha elaborato i dati della Banca d’Italia concernenti il patrimonio delle famiglie italiane. Ebbene, stando a quanto riportato stamane su Milano Finanza, la ricchezza netta si è attestata a quota 8.338,8 miliardi di Euro, in crescita del 30% circa rispetto al 2002.

A ribadire la bontà di questi numeri vi è la considerazione che nel frattempo i prezzi hanno subito un aumento del 15,4%, mentre il tesoretto è cresciuto del 14%; il dato per famiglia è di 338 mila euro, con i mutui a farla da padrone sul fronte delle passività, a quota 6,7%. Insomma, malgrado tutto, gli italiani si sono indebitati 81,3% in più tra il 2002 e il 2009, pur rimanendo ultimi per consistenza in Europa e lontanissimi dai pericolosi livelli raggiunti nel Nord America.

Se esiste un ambito dove la crisi si è fatta sentire è senza dubbio quello relativo alla borsa (una flessione iniziata pero negli ultimi due anni); il peso dei titoli a breve termine di è ridotto del 76% dal 2002 a oggi, quello dei fondi comuni del 52,8% e quello delle partecipazioni azionarie del 16,9%. In controtendenza invece il settore immobiliare, cresciuto del 53,1% nonostante si sia trovato tra i principali accusati del recente crollo finanziario.

Tirando le somme, come spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre “A fronte di un costante aumento del debito pubblico, che raggiungerà il 120% del pil, la ricchezza delle famiglie consumatrici aumenta battendo l’inflazione. Insomma, se il convento è povero, i frati sono ricchi”. Rimane però aperta una riflessione; sarebbe interessante capire come si è distribuito l’incremento patrimoniale. Considerato il sentore di disagio presente nella gran parte delle famiglie italiane, il rischio che a beneficiare del tutto siano stati i soliti noti non è da escludere.

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