Asset allocation, il 5% in opere d'arte

Con la costituzione nel 1975 a Parigi del Conseil Investment Art, nasce il servizio di Art advisory dell’attuale gruppo BNP Paribas.
L’offerta di consulenza artistica rientra nei servizi della divisione di wealth management, ed è quindi rivolta ai clienti francesi ed internazionali del gruppo, che dispongono di una ricchezza finanziaria superiore ai 250.000 euro, sebbene “il cliente tipo, che richiede servizi di art advisory, non solo per la vendita, ma soprattutto per l’acquisto di opere”, sia rappresentato dalla più esclusiva “fascia degli High ed Ultra High Net Worth Individual”, come spiega Antoniette Leonardi, direttore di BNP Paribas Art Advisory Service.

Coerentemente con la fascia di clientela presa in esame, per la quale la diversificazione e la conservazione del patrimonio rappresentano elementi cruciali per la definizione dell’asset allocation, il gruppo francese consiglia “un investimento in arte, per un livello minimo del 5 per cento” della propria ricchezza finanziaria, per questo, a fronte della consistenza dell’investimento, risulta fondamentale il “livello di indipendenza del Conseil Investment Art dalle case d’aste e gallerie internazionali”.

I campi di specializzazione del Conseil Investment Art, “sono il disegno, la pittura e la scultura, dal rinascimento al ventesimo secolo, dell’arte occidentale, ed il livello minimo di transazione accettata è di 150.000 euro”.

Tra le peculiarità del mercato italiano emerge in primo luogo una legislazione restrittiva, in tema di esportazione di opere, finalizzata alla conservazione del patrimonio artistico, con un conseguente effetto distorsivo sulle dinamiche dei prezzi; “spesso i prezzi ottenuti dalla vendita delle opera presenti in Italia, sono inferiori rispetto a quelli che si sarebbero potuto ottenere nei mercati esteri”.

Il mercato italiano dell’arte continua ad offrire buone opportunità di acquisto, tuttavia non facili da trovare; “per i secoli più lontani, i capolavori dei maestri italiani sono molto rari e con prezzi proibitivi, tuttavia vi sono numerose opere, di artisti minori su tematiche mitologiche e soggetti religiosi meno conosciuti, che possono essere acquistate ad un prezzo interessante”. 

Il novecento italiano è stato negli ultimi anni oggetto di attenzione da parte del collezionismo internazionale, con un conseguente forte aumento dei prezzi, ed anche i clienti che si rivolgono al servizio del Conseil Investment Art, sembrano prediligere questo periodo, all’interno del quale Leonardi ritiene che diversi artisti abbiano discreti margini di crescita; “lasciando da parte i grandi nomi come Giacometti e Fontana, per citarne sono alcuni, ritengo interessanti Fortunato Depero, Alberto Magnelli, Alberto Savinio, Carlo Carrà, così come gli artisti del filone pop art, Dominco Gnoli e Mario Schifano, ed infine gli esponenti del movimento della figurazione narrativa Antonio Recalcati e Valerio Adami”.

I legami tra mondo dell’arte e settore finanziario sono sempre più forti; sarà interessante quindi osservare come un nuovo aumento dell’approccio al rischio si ripercuoterà sulle aste autunnali.

 

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!