Dall'Euroritenuta allo scudo fiscale

La crisi finanziaria in atto è il fenomeno scatenante di questa corsa al provvedimento dei paesi occidentali volta al recupero di risorse finanziarie, necessità che ha prodotto nel giugno 2003 la Direttiva UE sul Risparmio con decorrenza 1° luglio 2005, che ha lo scopo di riscattare le ritenute sui conti esteri coperti da segretezza.
La norma adottata da 22 Stati Membri dell’UE prevede lo scambio di informazioni tra le banche e le autorità di controllo fiscale del paese di residenza del titolare del conto.

Ma Lussemburgo, Belgio e Austria non hanno aderito all’iniziativa, applicando invece una ritenuta alla fonte del reddito d’interesse. Altri paesi d’Europa, come la Svizzera, il principato del Liechtenstein e la repubblica di S.Marino hanno adottato un sistema analogo.

La cosiddetta Euroritenuta ha lo scopo di “garantire un’imposizione minima effettiva sui redditi da risparmio in forma di pagamento di interessi e può essere considerata il costo dell’anonimato per il beneficiario, in quanto l’agente pagatore non effettua alcuno scambio automatico di informazioni”, spiega  Franz-Josef Mayrhofer, presidente del consiglio di gestione di Hypo Tirol Bank Italia.
Le aliquote previste nell’arco di tempo tra il luglio 2005 e 2011 variano dal 15% al 35%, ma i risultati del primo semestre di applicazione mostrano rientri inferiori rispetto alle attese.
In Italia le tasse-Euroritenuta trasferite sono state ben al di sotto delle aspettative, dato che si è stimato un patrimonio di 550 miliardi di euro depositati in banche estere (perlopiù svizzere) coperte da segreto bancario.

Come sottolineato dagli esperti di Hypo Tirol Bank Italia, questa direttiva europea è stata troppo spesso aggirata, eludendo la tassazione con l’intestazione dei conti a società anonime e la “de europeizzazione” dei capitali in deposito.
I paesi occidentali, bisognosi di risorse finanziarie per ovviare alla crisi, ma caratterizzati da un elevato carico fiscale (in media del 40% in Europa) e, fino ad oggi, quasi impotenti contro le strutture offshore che permettono di operare a tassazione bassa/nulla, sono costretti a passare alle maniere forti”, spiega ancora Mayrhofer.
In quest’ottica rientra quindi la misura dello scudo, a chiusura di un capitolo che vede opposti in una battaglia fiscale i governi dei paesi occidentali e i paradisi fiscali.

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