Scudo Fiscale – La strategia italiana

La strategia italiana per il recupero dei capitali “sommersi” ha avuto come prima mossa la costituzione di una task force dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza con il compito, tra le altre cose, di controllare le corpose liste di più di 170.000 nominativi a rischio per non aver segnalato attività all’estero, attraverso il quadro RW, pur avendo compiuto movimentazioni verso l’estero.
Nel mirino del fisco anche una lista contenente 30.000 posizioni sospette fra gli italiani residenti nei paradisi fiscali e altri nominativi di persone coinvolte in indagini particolari della Magistratura.

L’approvazione dello Scudo Fiscale ha completato il quadro d’azione del governo italiano, procurando un mezzo che agevola e incoraggia lo spontaneo rientro in patria dei capitali detenuti all’estero.
L’imposta straordinaria per il rimpatrio è stata fissata ad un’aliquota del 5% sul patrimonio, con obbligo di rimpatrio – per ora – per i capitali detenuti al di fuori dell’UE e possibilità di regolarizzazione all’interno dell’Unione. Le sanzioni per coloro che non aderiranno all’iniziativa sono state duramente inasprite, fino a sfiorare il 500% dell’imposta evasa, e la finestra temporale aperta per il rientro è stata fissata nel periodo compreso tra il 15 settembre 2009 e il 15 Aprile 2010.

Persone fisiche, enti non commerciali, società semplici e associazioni di professionisti possono beneficiare del provvedimento, così come gli eredi del patrimonio di un defunto o intestatari di una fiduciaria, ovviamente fiscalmente residenti su territorio nazionale.
Sono esclusi dal provvedimento i soggetti coinvolti in reati già contestati o ancora oggetto di indagini. Il vantaggio della manovra Scudo risiede nella garanzia di riservatezza fornita all’aderente, che gode dell’anonimato salvo in casi di procedimenti penali per reati di terrorismo, mafia e riciclaggio di denaro.

“Il governo Italiano, per via dell’imprevedibilità dei soggetti interessati, ritiene impossibile poter fare delle previsioni precise, ma l’operazione potrebbe portare a galla capitali per un ammontare di 50-100 miliardi di euro”, ha specificato il Dr. Marcello Grossi, responsabile della rete di Promotori Finanziari di Hypo Tirol Bank Italia.
Le sanzioni in caso di omessa dichiarazione impongono il pagamento di una cifra compresa tra il 240 e il 480% dell’imposta evasa, e una dichiarazione infedele può comportare la sottrazione fino al 400% dell’imposta. Lo Scudo costituisce quindi un’opportunità vantaggiosa per la regolarizzazione o il rimpatrio dei capitali.

Il percorso burocratico propone, infatti, una scelta tra il rimpatrio e la regolarizzazione, quando questa è possibile. “Si tratta quindi di un’operazione delicata”, spiega Grossi, “Che richiede l’assistenza di partner specializzati che possano produrre un’ottima consulenza alla clientela ed una completa assistenza nell’ambito dell’intera procedura.”.


Terza puntata

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