Il legislatore costringe Maxos SIM alla liquidazione

Il 30 aprile Maxos SIM Spa era stata messa in liquidazione su decisione dei propri soci in assemblea straordinaria presentando alla Consob, il 17 giugno, formale istanza di revoca dell’autorizzazione all’esercizio del servizio di consulenza in materia di investimenti e di conseguente cancellazione dall’albo delle SIM.

Sentita la Banca d’Italia, Cardia ha quindi revocato  l’autorizzazione all’esercizio del servizio di investimento alla società di consulenza posta in liquidazione, con conseguente cancellazione dall’albo.

Come riportato su Advisor di agosto, all’interno del dossier sulle SIM, il presidente ed amministratore delegato sino a maggio di Maxos SIM, Roberto Accornero, aveva dichiarato: “Come anticipato all’ultimo tavolo di lavoro (quello di Verona, presieduto da Massimo Scolari), i nostri azionisti hanno ritenuto di liquidare volontariamente la società dopo l’ottenimento dell’autorizzazione avvenuta l’anno scorso. Tale decisione nasce dagli ultimi sviluppi normativi che consentono uno svantaggio competitivo tra i vari soggetti giuridici”.

“Siamo comunque in accordo con le autorità di vigilanza circa il livello dei controlli attuali richiesto ai vari soggetti, riteniamo che sia stata troppa incertezza da parte del legislatore e questo ha svantaggiato chi come noi ha voluto da subito adeguarsi alla normativa e trasformarsi in SIM, svantaggio dovuto a un livello di costi di struttura elevato che impone un livello commissionale che può essere limato da chi opera senza la struttura SIM. Anziché scendere a compromessi circa l’indipendenza o la politica di remunerazione, o richiedendo aumenti commissionali ai clienti, abbiamo ritenuto di compiere la scelta di liquidare volontariamente”.

Per una società che se ne va, v’è n’è un’altra che entra. Si tratta di Astor Investment Advisors SIM Spa, con sede a Milano, società che su istanza presentata il 29 gennaio, è stata iscritta dall’Autorità all’albo delle SIM ed autorizzata all’esercizio del servizio di investimento,  con la limitazione operativa del non detenere, nemmeno temporaneamente, disponibilità liquide e strumenti finanziari della clientela.

Risposta redazione:

Il titolo dell’articolo si riferisce al fatto che i continui rimandi della partenza dell’Albo dei consulenti (ben 4) e le condizioni sfavorevoli nelle quali le SIM si sono trovate ad operare Mifid compliant (a loro dire), mentre altre società hanno comunque prestato il servizio di consulenza magari non ottemperando strettamente agli articoli del TUF, hanno portato i soci di Maxos SIM a prendere l’ardua decisione di liquidazione. In questo senso, allora, si può dire che le non avvenute riforme e l’incertezza che dalla sua introduzione veleggia in ottica Mifid, hanno condotto la società al ritiro. Il legislatore è solo una figura giuridica, di fatto non esiste nessun legislatore seduto su un trono che passa le proprie giornate ad emettere decreti legge. Come lei ben saprà dall’alto della sua cultura, queste sono il frutto del lungo processo che vede coinvolti parlamento (per le proposte di legge), Camera dei Deputati (per il disegno di legge), Senato (per eventuali modifiche che poi vengono ripassate alla Camera), infine Presidente della Repubblica (per le valutazione sulla costituzionalità della nuova normativa). La revoca dell’autorizzazione pervenuta dalla Consob il 15 settembre è stata la naturale conseguenza dell’istanza presentata da Maxos SIM; nulla c’entra l’Autorità di Cardia sulla decisione della SIM.

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