Bonus, banche Usa nelle mani di Bernanke

La Federal Reserve si appresta a valutare le politiche di retribuzione fisse e variabili delle banche. La banca centrale guidata dal riconfermato [p]Ben Bernanke[/p], deciderà in merito all’adeguatezza o meno degli stipendi dei manager delle banche. E’ quanto afferma il Wall Street Journal di oggi. Secondo il quotidiano, infatti, la Fed non esaminerà gli stipendi dei dirigenti uno ad uno, ma considererà la politica generale retributiva di un istituto creditizio, in caso apportando delle modifiche sostanziali ai compensi percepiti dal management di una società, dal presidente sino ai trader.

Bernanke, quindi, si prepara a valutare scrupolosamente i bonus elargiti dalle banche ai propri professionisti finanziari, a partire dalle politiche salariali delle principali 25 banche a stelle e strisce. Dagli Stati Uniti all’Europa, la questione bonus sta tenendo in apprensione l’intero mondo politico-finanziario, dopo che l’opinione pubblica internazionale è insorta.

Ieri a Bruxelles, i leader europei hanno proposto ad Obama, in vista del prossimo G-20 che si terrà a Pittsburgh, di approvare una normativa che imponga un tetto massimo alle remunerazioni incentivanti dei manager, con tanto di sanzioni per chi non ottempererà alle regole.

In poche parole, i capi di Stato europei sono d’accordo, incentivi sì, purché proporzionali alle performance registrate dall’istituto bancario. Questo ad evitare che società in crisi e colpite dalla crisi finanziaria distribuiscano ingenti somme a compensare i propri manager (vedi caso Merrill Lynch-Bank of America) o che banche aiutate da sostegni statali ricompensino generosamente i propri trader (vedi caso BNP Paribas). In sostanza, si intendono così evitare gli effetti negativi derivanti dal versamento dei bonus garantiti, in momenti in cui il bilancio già piange di suo.

In questo senso, allora, la Fed si farebbe carico di un compito importante: valutare e decidere in merito alle politiche remunerative dei propri istituti. La risposta americana è quindi tutta nelle mani di Bernanke.

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