Fideuram ed Exor, tutto da rifare?

Ebbene, le nostre “talpe” di Santander ci avevano visto bene: Banca Fideuram costa troppo; e se il viaggio per una destinazione finale parte sempre da un porto iniziale, si può dire che anche questa sembra aver sospeso gli imbarchi. Infatti, come riporta oggi Milano Finanza, la trattativa tra i soci torinesi e il gruppo Intesa sembra essersi arenata principalmente per motivi di costo (la società è stata valutata al 100% 3,8 miliardi di euro).

Il portafoglio sembra non essere stato il solo motivo di questo imprevisto altolà. Ad affiancarsi a questo ci ha pensato l’incertezza nell’individuare gli investitori che avrebbero dovuto accompagnare Exor nell’operazione, ovvero i sondati fondi di private equità americani; l’ingresso del gruppo Agnelli, unitamente a questi, rischia infatti di incontrare la perplessità della Banca d’Italia, nonostante la volontà del gruppo di Passera di mantenere comunque una quota del 20% di Fideuram.

Ultimo aspetto da verificare, ma non di minore importanza, il fatto delle correlazioni tra i soggetti coinvolti (in pratica l’operazione prevedeva addirittura un finanziamento a Exor di 500 milioni di euro erogato dalla stessa Intesa Sanpaolo). Sullo sfondo, insieme al rush finale dell’operazione di Intesa su Delta, ecco comparire il salvifico, per molti, scudo fiscale; l’ipotesi che probabili rientri di capitale rendano sensibilmente più sostanziose le masse gestite di Fideuram, con conseguente aumento dell’appetibilità, non è affatto da escludere. Tanto più che la stessa Exor ha rilasciato oggi un commento relativo alle voci di un possibile disinteresse sull’operazione: “Per noi non ci sono novità, continua a essere uno dei dossier che guardiamo”. Staremo a vedere.

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