Consulenti Finanziari – Derivati, rimane il dubbio

Puntualmente è arrivata! Solo la settimana scorsa si parlava di bombe pronte ad esplodere ed il fato vuole che..
Prendo spunto da una intervista al deputato PD, Onorevole Francesco Boccia, pubblicata da Italia Oggi il 18 settembre, su una proposta di Legge che prende il suo stesso nome. La materia in questione? “Derivati ed Enti Pubblici”. Mi riservo, naturalmente, di studiare la proposta appena sarà disponibile, prima di esprimere un giudizio definitivo, ma nel frattempo è bene chiarire alcuni aspetti.
E’ noto, e sotto gli occhi di tutti, che le operazioni in derivati fatti sottoscrivere agli Enti Pubblici (Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane ed Enti a partecipazione pubblica) siano la più devastante operazione finanziaria, su vasta scala, posta in essere dal sistema bancario nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Una partita, si diceva, giocata su un terreno “in pendenza” dove la parte svantaggiata, che comunque si sarebbe dovuta accorgere che il campo non era “in bolla”, ha subìto il pressing, e diversi goal, da avversari ben preparati, allenati ed inaspettatamente favoriti dalle distrazioni dell’arbitro.
Permane l’idea, assolutamente distorta, che gli strumenti derivati, in quanto tali, siano la personificazione dell’Antifinanza, ma così non è. Sono eccellenti strumenti, sicuramente complessi e non adatti a tutti, così come solo recentemente la CONSOB ha dichiarato, ma efficaci per le coperture finanziarie, quando perseguono realmente tali obiettivi. Anche la Normativa che li ammette, nella sua ratio, vuole andare nel senso di una autonomia federalista, sacrosanta, ma finanziaria prima ancora che fiscale. Solo non eravamo pronti quando è stata posta in essere.

Nella stragrande maggioranza dei casi, purtroppo, la struttura swap venduta agli Enti, ma non dimentichiamo le migliaia di Aziende strozzate da questi strumenti, oltre ad essere particolarmente ricca in termini di commissioni “occulte” per i collocatori, che hanno aggravato la struttura stessa del derivato, sono spesso operazioni sbilanciate a favore dell’intermediario. Noi stessi, attraverso la National Association Fee Only Planners, abbiamo inviato un documento alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato per offrire il nostro contributo volto ad individuare una soluzione che possa chiudere il capitolo della finanza derivata in essere venduta alla Pubblica Amministrazione.
Certamente, sono del parere, che prima di definire quali strumenti finanziari, complessi e non, possono essere sottoscritti dagli Enti Territoriali bisogna prima definire tutta una serie di questioni che vanno dal Patto di Stabilità agli asset integrali (Asset Liability Management) dei singoli Enti, secondo regole certe. E la questione non è affatto semplice perché va inserita nel contesto di una giungla normativa tipica della PA.
E’ davvero lodevole l’impegno dell’Onorevole Boccia su questo fronte, ma seppure in fase embrionale la proposta di Legge, per le informazioni rese disponibili nell’intervista, dovrà contenere delle importanti modifiche.

Tant’è che frettolosa, e molto discutibile, appare la possibilità di risolvere i contratti in essere “alle condizioni di mercato occorrenti al momento della chiusura, previo accordo da stipularsi con l’ABI…”, che non solo appesantisce il MEF di un ulteriore incarico di monitoraggio, ma lo fa poi diventare parte in causa della questione. Così come trovo profondamente ingiusto ed incoerente archiviare in questo modo l’affaire derivati perché significa, ancora una volta, offrire alla potente lobby delle banche l’exit strategy di cui hanno bisogno per uscire, senza troppi danni di immagine, da questo incubo nel quale sono precipitate tirandosi dietro i contribuenti italiani e lo stesso Stato.
Ma non preoccupiamoci troppo per loro, tanto con il 2010 le banche inizieranno di nuovo ad arricchirsi sfruttando la coda di questa inaudita crisi finanziaria trasformando in denaro quello che toccheranno…e la storia ricomincia.

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