Istituzioni- Processo alle banche centrali

Se la comunità internazionale punta il dito contro gli economisti, rei di non essere stati in grado di prevedere quanto accaduto con la crisi finanziaria, c’è anche chi sostiene che bisognerebbe puntare il dito contro i banchieri.

Roberto Petrini, giornalista della Repubblica, autore del saggio “Processo agli economisti”, racconta di comei guru dell’economia debbano salire sul banco degli imputati e cita anche un intervento della regina Elisabetta II d’Inghilterra alla London School of Economics nel novembre del 2008 durante il quale “sua maestà” avrebbe detto: “Come è possibile che nessuno si sia accorto che stava arrivandoci addosso questa crisi spaventosa?”.

Ma gli economisti non sono gli unici chiamati in causa. Anzi quest’ultimi accusano i banchieri. Non per i bonus ma per le banche centrali. Infatti secondo John Taylor, uno dei più illustri economisti monetari, la responsabilità della crisi finanziaria ricade in larga misura sui banchieri centrali e sulle autorità americane.

Questa tesi Taylor la esprime nel suo ultimo libro “Fuori Strada – Come lo Stato ha causato, prolungato e aggravato la crisi finanziaria” pubblicato da IBL (Istituto Bruno Leoni). Nel saggio il professore spiega come le autorità degli Stati Uniti siano finite fuori strada quando hanno abbandonato quei validi principi utilizzati per stabilire i tassi di interesse che avevano funzionato perfettamente nei vent’anni precedenti. Secondo Taylor le autorità hanno commesso un errore aumentando i tassi d’interesse nei mercati monetari e generando una carenza di liquidità, e intervendo sulla liquidità piuttosto che sul rischio, causando così il prolungamento della crisi.

Un’altra stoccata al mondo finanziario e a quello americano che Taylor conosce bene, ma anche un’utile riflessione per chi questa crisi la sta vivendo.

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