Profumo non è più solo

di John Hawkins

Così chi conosce le mosse segrete di “Alessandro il Grande” non si è stupito più di tanto quando ha saputo che proprio l’istituto di Piazza Cordusio del banchiere “ulivista” è pronto ad anticipare alla Fininvest del Cavalier Silvio Berlusconi parte dei 750 milioni che il Biscione dovrebbe versare – appello e sospensiva della sentenza di primo grado consentendo – nelle casse della Cir dell’arcirivale Carlo De Benedetti. Profumo è in buona compagnia: con UniCredit c’è Intesa Sanpaolo, ma qui nessuna sorpresa perché la Ca’ de Sass è diventata “banca del Paese” con l’operazione Cai-Alitalia, nonostante alla presidenza del consiglio di sorveglianza sieda uno che Berlusconi definisce “cattocomunista”, il professor Giovanni Bazoli da Brescia. Semmai a Profumo fa specie – e forse provoca un sottile piacere – che proprio il timoniere operativo di Intesa, Corrado Passera, si trovi oggi sulle spine per diverse questioni, a cominciare dai malumori dell’azionista torinese Compagnia Sanpaolo. Un curioso contrappasso ad un anno di stanza quando Alessandro il Grande varò, in piena crisi finanziaria, un aumento di capitale da 6 miliardi e si ritrovò a sfidare il mercato ma a dover sbattere all’ultimo minuto contro il “no” della Fondazione CariVerona, potente azionista di Piazza Cordusio col 5% circa, guidata dall’imprenditore Paolo Biasi, soprannominato “la Sfinge”, uomo vicino all’Opus Dei e gran tessitore di rapporti per Verona e dintorni.
Un anno dopo, tutto è diverso.

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