Art Advisory – La crescita di Dubai

Dalla fine degli anni novanta gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato a diversificare la propria economia, in precedenza legata unicamente all’estrazione di petrolio, sviluppando prestigiosi progetti immobiliari e diventando un importante centro finanziario, turistico e culturale internazionale, attraverso cospicui investimenti nei relativi settori. Il nuovo tracciato di formula uno, nel quale ieri si è tenuto il primo gran premio ed il completamento dell’avveniristica metropolitana lo scorso settembre, sono due dei più recenti esempi, che meglio permettono di leggere il successo dell’asta di arte moderna e contemporanea, organizzata da Christie’s a Dubai il 27 ottobre.

L’asta raggruppava 167 dipinti e sculture di artisti provenienti dal Medio Oriente (Libano, Siria, Egitto, Arabia Saudita), India, Pakistan, Iran e Turchia, con una valutazione compresa tra i 10.000 e gli 800.000 dollari.

La casa d’aste londinese ha raccolto 6,7 milioni di dollari, realizzando un nuovo record per le opere di arte moderna di artisti medio orientali, sebbene le stime iniziali, come spesso accade, prevedevano un risultano ancora maggiore, compreso tra 8 ed 11 milioni di dollari.

“A Dubai abbiamo visto la buona salute nelle vendite”, come spiega Jussi Pylkkànen, presidente di Christie’s Middle East and Europe, “il mercato dell’arte in Medio Oriente è stato esposto alla tempesta dello scorso anno, ma nuovi e vecchi collezionisti continuano a mostrare un forte interesse per le opere d’arte, così come per gioielli ed orologi. A Dubai, dalla prima asta tenutasi nel 2006, abbiamo realizzato quasi 145 milioni di dollari, un dato che giustifica la nostra sicurezza nel continuare ad operare in questa piazza; inoltre, il coinvolgimento di un gran numero di compratori non appartenenti all’area mediorientale, è un chiaro indicatore della maturazione del mercato locale e della qualità delle opere offerte da Christie’s”.

I segnali provenienti dai mercati finanziari, sebbene in parte contraddittori, mostrano nel loro complesso un ritorno dell’avversione al rischio da parte degli investitori, un risultato confermato anche nel mercato dell’arte, secondo le parole di Pylkkànen; “le aste hanno testimoniato una ritrovata sicurezza dei collezionisti, un buon numero di nuovi clienti, prezzi corretti con il valore delle opere e significative aggiudicazioni per i lavori più rari ed importanti”. 

Analizzando i risultati dei singoli lavori, l’opera che ha ottenuto il maggior prezzo di aggiudicazione (662.500 usd) è stata “Rembrace and Gratitude”, realizzata nel 2009 dall’artista egiziano Ahmed Moustafa (1943),


(CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2009)

seguita da “Untitled (Yellow Heads)“, (578.500 usd) dipinta nel 1979 dell’indiano Tyeb Mehta (1925-2009) da poco scomparso,


(CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2009)

Rift (from the Ribbons series)“, (242.500 usd), del pittore turco Burhan Dogancy (1929), realizzata nel 1977.
Le opere di artisti turchi sono state ricomprese, solo a partire dal 2008, all’interno delle aste di Dubai, a seguito del crescente apprezzamento a livello internazionale.


(CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2009)

Ottime aggiudicazioni anche per i lavori degli artisti iraniani, con il maggiore prezzo ottenuto (218.500 usd) per “Kharjee Spirit”, dipinta nel 1979 da Hossein Zenderoudi (1937).


(CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2009)

Tra le opere con prezzi meno impegnativi spicca il lavoro “Untitled”, del saudita Abdulaziz Ashour (1962), venduta per 11.250 dollari.


(CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2009)

Christie’s ha offerto per la prima volta, nell’aprile 2009, opere di artisti provenienti dall’Arabia Saudita, ed il buon riscontro ottenuto ha permesso di includere 5 lavori di artisti sauditi anche nell’ultima asta di Dubai. 
 

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