Il “Profilo” del nuovo Piano Industriale

E’ stato un Matteo Arpe chiaro e conciso quello che si è presentato oggi all’Hotel Principe di Savoia, per illustrare alla comunità finanziaria il nuovo piano industriale di Banca Profilo per il periodo 2010-2012. La private banking sorta circa 20 anni fa e che nel 2008 ha riportato una perdita netta consolidata di 78 milioni di euro, ha completato la prima fase di ristrutturazione, approvata a fine marzo. A partire dall’integrazione con Sator, con firma dell’accordo stipulata il 19 febbraio scorso, e dei cambiamenti avvenuti nella “dimora svizzera” SBP, quella che è stata la prima operazione in Europa di acquisizione da parte di un fondo di private equity di una banca quotata ed ora controllata. Operazione, questa, peraltro, frutto di un lungo iter normativo, date le 5 autorizzazioni ottenute dagli organismi di vigilanza europei in soli 3 mesi.

La prima fase di ristrutturazione, oltre agli aumenti di capitale riservati a Sator (6 luglio) ed all’aumento di capitale in opzione sul mercato (5 ottobre), ha portato ad una completa ristrutturazione della governance e del management, con un completo rinnovamento del Cda. Su 11 membri, basti pensare che 7 sono espressione di Sator, tra cui proprio il presidente di Banca Profilo Matteo Arpe (a.d. di Sator), il vicepresidente Luigi Spaventa (presidente Sator) e l’amministratore delegato di Banca Profilo Fabio Candeli (ex cfa di Sator). Riguardo a tali ruoli, Matteo Arpe ha dichiarato che 2-3 giorni su 6 alla settimana, in termini di tempo, li dedica al fondo di private equity, mentre il resto dei giorni alla propria posizione di presidente della banca. A badare ai rapporti con la clientela e con gli organi interni a “tempo pieno” sarà Candeli, a.d. dell’istituto.

Novità anche dal punto di vista del rafforzamento patrimoniale, con un aumento di capitale da 110 milioni di euro, di cui 30 offerti in opzione ed interamente sottoscritti dal mercato il 5 novembre, mentre 70 con esclusione del diritto di opzione, già sottoscritti da Arepo BP (capogruppo bancaria al 100%, controllata da Sator) lo scorso luglio. Il Core Tier 1, dal 6,1% del 2008, è previsto crescere quest’anno oltre il 25%, valore che si dimostrerebbe così tra i più elevati in Europa. Anche l’organigramma della banca e la struttura organizzativa sono stati notevolmente semplificati, con una riduzione degli stipendi del top management, sebbene alla prossima assemblea di marzo decidere in merito alle politiche incentivanti ed all’approvazione delle stock option. Ecco alcune principali assunzioni ad oggi: P. Moia di Eurizon, L. Todeschini di UBS, A. Crippa di Esperia, L. Barone di Goldman Sachs ed altri ancora. Per quanto riguarda la controllata svizzera, ossia Societe Bancaire Privee, dal primo dicembre sarà cambiata la denominazione in Banque Profil de Gestion. Giri di poltrone anche in questo caso, con F. Antamoro nuovo presidente e S. Cavanna nuovo direttore generale. Tutte le attività di gestione del risparmio, invece, saranno convogliate in Profilo Asset Management Sgr, con nuovo a.d. P. Moia, ex cio Eurizon Investimenti Sgr.

La ristrutturazione ha comportato anche allo smobilizzo del portafoglio finanziario, con una riduzione del 50% del portafoglio titoli e dei CDS. Ridotto anche l’indicatore di rischiosità finanziaria. Le posizioni in titoli esotici sono state ridimensionate del 75% da inizio anno, mentre del 77% l’esposizione netta sui derivati. Il processo di de-finanziarizzazione si concluderà entro la fine dell’anno, con ulteriori dismissioni e smobilizzi. La leva finanziaria della banca, è stata, inoltre, ridotta dell’87%.

Scopo di Banca Profilo è quello di diventare una delle private bank di riferimento in Italia, attraverso una focalizzazione sulle attività core dell’istituto, in un momento di mercato del private banking nazionale poco sviluppato e strutturalmente attraente, sebbene caratterizzato da redditività bassa ed in calo. A seguito dello scarso interesse dei clienti verso prodotti gestiti, l’offerta si sta rivolgendo verso prodotti più standard e ad alto contenuto di rendimento. Quello del private banking, infatti, è un “mestiere povero per clienti ricchi”, mercato in cui Banca Profilo intende riportare una maggior fidelizzazione della clientela e della rete, evitando quel meccanismo vizioso che ha portato al concentramento della maggior parte della redditività nelle tasche delle strutture distributive. Banca Profilo offre al cliente multibancarizzato per i servizi di wealth planning, un team dedicato di specialisti ex UBS, mentre per le altre operazioni presenta un modello unico.

L’indipendenza – ha piegato Arpe – è garantita, anche grazie all’adozione di una piattaforma aperta da parte della banca. In sostanza, Matteo Arpe intende rompere con la logica attuale paradossale, che vuole che il private banker sia “proprietario del cliente”, con clienti fidelizzati tramite patti di non concorrenza ai private banker ed uno scarso apprezzamento della rete per prodotti/servizi complessi che implicano la condivisione dei clienti. Il nuovo modello di business di Banca Profilo è di tipo partecipativo alle decisioni aziendali. Il modello retributivo per la banca, permette premi alla profondità della  relazione, nonché una partecipazione alla redditività risk-adjusted. Come ha spiegato poi l’a.d. Candeli, sono state acquisite 150 milioni di euro di nuove masse (+18%), non dipendenti dall’effetto scudo o dalla pubblicità (1 milioni d’investimento nel quarto trimestre), né dall’annuncio del piano industriale. Insomma, pura clientela.

Target di crescita del piano da qui al 2012, sarà un aumento del 71% delle masse in Italia e di 29 punti base della redditività totale, con obiettivo 111 punti base medi a tre anni. Inoltre, la banca punterà molto sugli impieghi, per sfruttare l’alta patrimonializzazione e tale redditività. Infine, il piano industriale porterà ad un modello integrato dei processi, dei prodotti finanziari e dei sistemi. Gli obiettivi per il 2010 sono quindi importanti e difficili da raggiungere, è per questo che Banca Profilo punta sul consolidare le masse da clientela (da 1,7 miliardi di euro a settembre 2009 a 8,4 nel 2012), nell’aumento dei ricavi (da 33 milioni di euro nel 2009 ad oltre 100 nel 2012), in un rapporto cost/income che si rpevede passerà dall’89% al 58% ed un ROE che dal 2% crescerà al 17%. Inoltre, l’istituto prevede di assumere 12 private banker l’anno con un portafoglio medio di 58 milioni di euro (già 4 assunzione per il 2010) e performance fee di almeno 5 punti base.

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