Banche italiane: meno rischio sui derivati

La Banca d’Italia ha comunicato che, riguardo alle posizioni in essere a fine giugno 2009 di un campione composto da gruppi bancari italiani maggiormente operativi nel comparto dei derivati, si è assistito a una riduzione del 4,5% dell’attività rispetto all’ultimo semestre del 2008, in controtendenza rispetto al +12% fatto segnare nell’area dei dieci maggiori paesi industrializzati del mondo. In particolare il valore nozionale dei contatti OTC è sceso a 9.537,2 miliardi di dollari dai 9.984 miliardi di fine dicembe del 2008 con -4,9% dei derivati su cambi e -4,6% dei derivati su tassi d’interesse che rappresentano con 8.218 miliardi di nozionale ben l’86,2% del business derivati del Belpaese. Anche i derivati su crediti (CDS) segnano una diminuzione perché nel primo semestre 2009 i valori nozionali dei CDS comprati (acquisto di protezoone) e quello dei CDS venduti (vendita di protezione) si sono ridotti del 6,9% e del 7,4% raggiungendo rispettivamente 367,9 e 370,8 miliardi di dollari. Il campione di [s]Bankitalia[/s] comprende: [s]Unicredit[/s], [s]Intesa Sanpaolo[/s], [s]Mps[/s], [s]Banco Popolare[/s] e [s]UBI Banca[/s].


Fonte: Banca d’Italia

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