Sportelli senza morale. Per ora

di Luigi Santovito

Ultimamente viene da porsi una domanda: la banca può trasformarsi in un supermarket? Fino a che punto a un promotore conviene raccomandare un prodotto “etico”? Queste questioni fino a poco tempo fa sembravano pura provocazione, ma oggi è realtà con i suoi pro e i suoi contro. 

La banca ha cambiato pelle, è diventata realtà camaleontica in grado di adattarsi ai contesti e alle necessità, ma ha dimenticato il suo core business, obiettivo per il quale è nata, raccolta del risparmio e concessione di finanziamenti a privati e famiglie al fine di generare ricchezza per il sistema paese.
Lo sviluppo inteso come sviluppo sociale delle imprese, del territorio d’appartenenza, dell’occupazione e del benessere nazionale appare non provenire più dal lavoro dell’uomo come sostenuto dalla teoria economico-liberista, ma da logiche utilitaristiche dannose che hanno reso necessario un cammino correttivo e l’introduzione forte del concetto di etica.
Tale concezione tocca il consumatore, capace di sollevare nuove pretese, ma in primis chi queste pretese deve soddisfarle e quindi aziende e banche se parliamo di prodotti finanziari.
Da una ricerca realizzata da Demos&Pi emerge che l’avanzata dell’etica è sostenuta dai giovani e dai segmenti più istruiti. Nello specifico, il 92% degli italiani ritiene fondamentale o importante che la propria banca sia trasparente nell’indicare i settori in cui investe, l’81,2% considera essenziale o comunque importante che la propria banca investa una parte degli utili in progetti sociali o ambientali, mentre il 73,9% reputa fondamentale o importante che la propria banca non investa nel settore delle armi.
Tale “scoperta” necessita quindi di un nuova vision bancaria: proposte chiare e decifrabili, figure ad hoc, alta specializzazione umana, un sistema di customer relationship management veramente customer oriented e una strategia mista, ovvero orientata al raggiungimento di risultati economico/reddituali affiancati da target etici/sociali/ambientali. 
Quest’ultimo aspetto con molta probabilità diventerà la base per forme di incentivazione manageriale misurate e misurabili. È da aspettarsi che questa nuova spinta non riuscirà da sola a ripulire il marcio che per anni ha caratterizzato una certa condotta di mercato, ma porrà le basi per un cambiamento radicale, una mina in grado di innescare altri ordigni.

L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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