Fatta la legge, trovato l’inganno

di Fabrizio Tedeschi

Ci risiamo. Prese con le mani nella marmellata! E così si assesta un altro brutto colpo alla fiducia dei clienti nei confronti del sistema bancario. Non è un caso che la prima class action italiana sia promossa contro le banche. E con che tempismo! La legge sulla class action (per quanto edulcorata) è entrata in vigore con l’anno nuovo, il 29 dicembre 2009 l’Antitrust presenta la sua indagine sul rispetto della legge sulle commissioni di massimo scoperto (di diritto abolite) e per il 1° gennaio 2010 (più verosimilmente ai primi di gennaio) è già annunciata la presentazione di un’azione giudiziale contro Unicredit e Intesa Sanpaolo per violazione della norma. Se la domanda giudiziale sarà accolta, tutti quelli che si trovano in identica situazione potranno beneficiare di un risarcimento. E non si tratta di cifre da poco: si parla di un miliardo di euro in totale. Non si può dire che le banche abbiano agito con accortezza o con prudenza (qui una tiratina d’orecchie da parte di Banca d’Italia non ci starebbe male, anche se il Governatore vi ha già provveduto informalmente). Subito dopo l’abolizione della commissione di massimo scoperto, le banche si sono inventate, con i nomi più fantasiosi, nuove commissioni, più o meno dello stesso contenuto, ma ancora più costose per la clientela. Addirittura si è finito per penalizzare non tanto il massimo scoperto, quanto il suo corretto utilizzo (con buona pace di chi vorrebbe il rafforzamento patrimoniale delle imprese). Secondo l’indagine dell’Antitrust, chi ha chiesto il fido e l’ha utilizzato nei limiti contrattuali si è trovato a pagare più di quanti hanno sfruttato il fido oltre l’importo accordato. In breve, la banca carica commissioni più pesanti a quanti effettuano un utilizzo dell’affidamento meno rischioso. Un autentico controsenso in una situazione già irregolare. Non è dato di prevedere come finirà il giudizio di merito, ma il parere dell’antitrust è già stato abbastanza duro e su di esso si possono formulare alcune considerazioni. Non giova a nessuno, e tanto meno alle banche, un comportamento simile. A giudizio di molti, si è applicato il vecchio italico motto “fatta la legge, trovato l’inganno”. Il sistema ha dato di sé un’immagine veramente bassa (per non usare espressioni più pesanti) in un momento critico, che avrebbe dovuto portare a ben altre forme di collaborazione con le imprese e le famiglie. Un’altra riflessione, forse più grave, riguarda l’avvenire dell’attività bancaria.

L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!