Goldman brilla ancora grazie al trading

Le attività di trading  spingono in su in conti di Goldman Sachs, che chiude il 2009 al di sopra delle attese. L’istituto ha registrato 45,17 miliardi di ricavi e 13,4 miliardi di dollari di profitti, pari a 22,13 dollari per azione, in crescita rispetto ai 4,47 dollari dell’anno precedente (chiuso il 28 novembre del 2008), e a un ritorno sugli utili (Roe) del 22,5%. Il quarto trimestre si è chiuso con 9,62 miliardi di dollari in ricavi e 4,95 miliardi di utili, pari 8,2 dollari per azioni e a un Roe del 31,7%.

A trainare i risultati è stato il buon andamento della divisione trading, che ha raccolto 23,32 miliardi di dollari nel 2009, rispetto ai 3,7 miliardi del 2008, mentre le partecipazioni societarie hanno comportato 1,17 miliardi di dollari in ricavi, di cui 1,58 miliardi relativi alla quota detenuta nella Commercial Bank of China, 1,31 miliardi relativi ad altre partecipazioni e una perdita di 1,76 miliardi relativa al real estate. Diminuiscono i ricavi nell’investment banking (-7% a 4,8 miliardi di dollari) e nelle attività di advisory finanziario (-29% a 1,89 miliardi), complice il brusco arresto di attività di M&A.

Quanto all’asset management, il calo è stato pari al 13% (a 3,97 miliardi). Gli asset gestiti sono però cresciuti di 73 miliardi a 871 miliardi, grazie in particolare al buon andamento dei mercati. Sul fronte dei compensi Goldman Sachs ha svelato di aver stanziato 16,19 miliardi di dollari (in lieve calo da 16,7 nel terzo trimestre) per pagare il bonus 2009 ai dipendenti. L’amministratore delegato Lloyd Blankfein ha spiegato che i fondi stanziati per i bonus rappresentano il 35,6% dei ricavi netti, il livello più basso nella storia del gruppo e in calo dal 48% del 2008.

Blankfein ha inoltre indicato di intravedere “alcuni segnali di crescita nonostante i significativi benti contrari dell’economia” e rivendicato il ruolo della sua banca nel sostenere le imprese, precisando che i contribuenti americani hanno beneficiato di un ritorno del 23% sull’investimento effettuato dal governo americano in Goldman Sachs nei giorni della crisi, una precisazione che sa di risposta ai progetti della Casa Bianca di imporre una maxitassa al sistema bancario.

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