Dopo Mediolanum, occhi puntati su Fideuram

Col passare dei giorni la vicenda dei 50 PF di Banca Mediolanum indagati per un caso di presunta elusione fiscale continua a generare discussioni tra i lettori di Bluerating.com, ma già un’altra vicenda sembra destare qualche curiosità, l’annunciata prossima quotazione di Banca Fideuram. Se attorno a Mediolanum va consolidandosi il sospetto da parte di molti nostri lettori che sul caso abbia influito un giudizio “politico” dati gli storici legami tra la società, la famiglia Doris e il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, dell’ipotizzato ritorno sul listino di Banca Fideuram sembra interessare a chi ci segue soprattutto la congruità delle valutazioni che circolano in questi giorni sui giornali e soprattutto capire per chi l’operazione sarà conveniente.

 

Così mentre alcuni uomini “ex” Mediolanum ribadiscono: “sono un ex PF Mediolanum e confermo la “povertà”dei miei ex colleghi. Su 5.000 solo 250 guadagneranno più di 2000 euro al mese, non sarà difficile trovare gli evasori!”, semmai sottolineando come “se Mediolanum avesse con i clienti e con i promotori alle prime armi un comportamento più trasparente, certe illazioni forse non si farebbero”, evidenziando dunque un difetto di comunicazione che avrebbe finito col favorire il sorgere del caso, guardando a Banca Fideuram e alle attese per la prossima Ipo, c’è chi si chiede: “una cosa la vorrei capire: alla fine ai PF cosa ne viene in tasca, eventualmente, a parte qualche commissione di collocamento? E sarà un guadagno, ammesso che ci sia, riservato ai soli manager o distribuito lungo tutta la struttura? Qualcuno ha un’idea al riguardo?”

 

Una domanda legittima, visto che 3 miliardi di euro di valutazione (e quindi 1,5 miliardi di euro di possibile incasso per Intesa Sanpaolo dall’operazione di collocamento sul listino, secondo le ultime indiscrezioni di stampa) appare una cifra “importante”. Forse persino troppo, considerando che “Fideuram ha chiuso l’anno a 33,27 miliardi di euro di Aum” e dunque i 3 miliardi di cui si parla equivarrebbero ad un 9% delle masse gestite. Una valutazione non certo a buon mercato se confrontata con quanto mediamente viene offerto a un promotore che decida di cambiare società e che sia in grado di portare con sé la propria clientela. Certo, a gennaio i risultati di Fideuram ancora una volta hanno avuto ben pochi rivali, dando così ragione a chi ritiene che la rete di Intesa Sanpaolo valga i soldi che Corrado Passera sembra voler a tutti i costi ottenere. Ma allora: Banca Fideuram vale 3 miliardi di euro e se sì ci potrà guadagnare dal suo ritorno a Piazza Affari?

 

Come sempre potete esprimere la vostra opinione commentando l’articolo di Bluerating che anticipa il prossimo incontro di Matteo Colafrancesco col Comitato Direttivo del Coordinamento Nazionale dei private bankers della struttura cliccando qui

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