Bencini al Wealth Advisory di Farad Investment Advisor

FARAD Investment Advisor (FIA) lancia la nuova attività di Wealth Advisory per proporsi come piattaforma operativa a disposizione di istituzioni e professionisti che desiderino erogare servizi di consulenza  alla loro clientela.

Il nuovo progetto farà capo a Silvio Bencini che entra nel team di FIA Italia dopo una lunga esperienza manageriale maturata nel private banking e nell’asset management presso importanti istituzioni, fra le quali il gruppo Monte dei Paschi ed Ersel, dove ha ricoperto la carica di responsabile del private banking fino a giugno 2009.

Oltre ai prodotti di private insurance nella nuova piattaforma verranno messi a disposizione i servizi di allocazione di portafogli e analisi del rischio della struttura di gestione lussemburghese e la creazione di veicoli d’investimento dedicati, oltre alle procedure informatiche e amministrative di gestione della contrattualistica e degli altri adempimenti normativi. All’interno della piattaforma saranno inoltre disponibili i risultati delle analisi di mercato e di selezione di gestori che FIA già elabora nella sua attività a favore di istituzioni italiane ed estere.

“La piattaforma dedicata ai consulenti indipendenti – afferma Ernesto Prinzi, Responsabile della sede di Milano di FIA – si integra perfettamente con i servizi di wealth advisory offerti dal gruppo in Lussemburgo e in Italia. Il nostro team di wealth advisory selezionerà la tipologia di consulenza più adatta alle esigenze dell’investitore e monitorerà costantemente la qualità del servizio”.

FARAD Investment Advisor (FIA) arricchisce così la sua offerta di servizi nella consulenza agli investimenti finanziari per partecipare al nuovo mercato che sta nascendo sotto la spinta della normativa MIFID. “La consulenza indipendente vive una situazione paradossale – spiega Silvio Bencini – C’è la normativa e c’è un enorme bisogno di assistenza in assenza di conflitto di interesse da parte degli investitori privati,  ma la domanda si manifesta in misura ancora minima rispetto a quanto accade da anni nei paesi anglosassoni. La sfida per gli intermediari indipendenti è trasformare questa potenzialità in una professione di cui sia pienamente riconosciuto il ruolo e l’utilità”.

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