La unit linked ora è multimanager

Fino al 2008 l’offerta assicurativa per la clientela private si è orientata principalmente su prodotti finanziari. Successivamente, con l’avvento e il prolungarsi del periodo di crisi dei mercati, molti operatori del comparto hanno deciso di inserire prodotti tradizionali all’interno della propria gamma di offerte. In alcuni casi questo arricchimento si è mosso lungo i binari dell’innovazione, per esempio con l’introduzione per i clienti private di polizze con attivi dedicati, il cui premio è investito in corporate bonds.
In altri casi invece l’attenzione per la clientela si sta esplicando in livelli di caricamento più contenuti, con un’offerta di rendimenti minimi garantiti superiori rispetto al retail. Le polizze unit-linked multimanager, infatti, offrono un buon livello di personalizzazione, pur rimanendo entro i confini di standard prefissati, e sono prodotti in grado di offrire al cliente una buona possibilità di diversificazione, comprendendo al loro interno un certo numero di fondi esterni.
“Questa tipologia di prodotti permette di includere in un unico veicolo finanziario di natura assicurativa quote, anche molto diverse tra loro, del patrimonio di un cliente private”.
Così il report di Aipb, associazione guidata da Bruno Zanaboni, ci introduce al settore del Private Insurance, comparto assicurativo dedicato alla protezione della persona e degli asset familiari.
L’associazione ha presentato lo studio, svolto in collaborazione con IAMA Consulting, durante la conferenza tenutasi il giorno 25 gennaio e intitolata “Private Insurance: al di là dell’efficienza di portafoglio e dell’ottimizzazione fiscale”, che aveva lo scopo di portare in evidenza la diffusione di una nuova generazione di prodotti assicurativi molto sofisticati, che richiedono, quindi, la presenza di figure professionali in grado di aiutare i clienti private a individuare con certezza i rischi e le necessità di protezione legate al loro status. Il report ha fatto emergere come il mercato del Private Insurance già conti su una nuova produzione di circa 3.520 milioni di euro e nel 2008 abbia contribuito a realizzate l’84% delle vendite complessive di polizze vita. Oltre alle assicurazioni vita però, il mercato potenziale di 4,1 miliardi vale il 9,2% del totale del mercato assicurativo italiano.
Il 2008 è stato peraltro un anno difficile; il mercato vita in Italia ha registrato un trend discendente per il terzo anno consecutivo e ha chiuso con una contrazione della raccolta intorno al 18%.
La crisi dei mercati finanziari ha infatti penalizzato notevolmente le vendite di prodotti linked, ulteriormente colpiti dal crack Lehman che ha di fatto interrotto completamente il loro collocamento nell’ultimo trimestre dell’anno. Anche i patrimoni vita in gestione hanno sofferto particolarmente nel 2008, sia a causa della contrazione della raccolta che della forte volatilità dei mercati che ha inciso sul valore degli stock in portafoglio. La clientela private ha ovviamente risentito di questi andamenti negativi di mercato.
Tuttavia nel 2009 il trend si è invertito, soprattutto grazie ad una forte spinta commerciale nella vendita di polizze tradizionali, ma essendo questa la prima edizione dell’indagine sulle dimensioni del segmento di Private Insurance, Aipb non ha potuto individuare con precisione un tasso di variazione sul precedente anno. In base alle indicazioni emerse, si stima comunque che circa il 15% dei clienti private complessivi abbia sottoscritto almeno una polizza vita e ammonterebbero a quasi 15.000 le polizze vita sottoscritte dalla clientela del comparto nel corso del 2008, con un investimento medio pari di poco inferiore a 300 mila euro. Anche in questo caso, però, una discreta parte della clientela ha optato per soluzioni più sicure, soprattutto nei casi in cui è stata offerta anche la possibilità di ottenere un rendimento fisso predeterminato.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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