Fondi comuni – Le banche ci credono, le famiglie no

Anche le banche tornano a credere nei fondi comuni. Secondo i dati diffusi da Abi rivelano a gennaio 2010 una raccolta netta positiva pari a 260 milioni di euro per i fondi aperti, un segnale importante se si raffronta con i -4,9 miliardi registrati nello stesso mese del 2009.

A livello di patrimonio, però, i dati non sono altrettanto positivi. A gennaio 2010 fondi comuni e sicav di diritto italiano ed estero hanno registrato una flessione passando dai 429 miliardi di dicembre agli attuali 427,8 miliardi.
“In particolare, rispetto ad dicembre 2009 vi è stata una contrazione di 1,4 miliardi di euro dei fondi azionari e di 
-1,7 miliardi dei fondi di liquidità e di -1,8 miliardi dei fondi hedge, mentre si è registrata un aumento di 2,9 milioni dei fondi obbligazionari, di +664 milioni di euro dei fondi flessibili e di 292 dei fondi bilanciati” si legge nel report diffuso da Abi.

Dati alla mano il portafoglio dei clienti delle banche risulta così composto: 20,6% in fondi azionari (17% a gennaio 2009), 13,5% in fondi flessibili (12,9% nel 2009), 4% in fondi bilanciati (4,4% nel 2009) al 4%, 3,4% in fondi hedge (5% a gennaio 2009), 20% in fondi di liquidità (21,6% nel 2009), 38,5% in fondi obbligazionari (sostanzialmente stabile rispetto all’anno scorso).

Ma nel complesso delle attività finanziarie delle famiglie italiane i fondi comuni continuano a svolgere un ruolo non dominante. L’aumento del 3% su base annua registrato dalle attività finanziarie nel terzo trimestre 2009 (226,2% del Pil) è stato favorito principalmente dalla crescita della quota in depositi (+4%) e obbligazioni bancarie a medio-lungo termine (+8,6%), mentre le quote di fondi comuni sono calate del 3,6% su base annua.  La quota di questo aggregato sul totale delle attività finanziarie delle famiglie risulta essere pari al 5,2% (5,6% nel precedente anno).

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