Credit Suisse: emergenti vincenti nel 2010

Molti Investitori si sbagliano quando pensano che investire in quei mercati che hanno avuto maggiore crescita darà loro ritorni superiori. I mercati riflettono le prospettive future, non quelle passate. Questi sono i nuovi contenuti del Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook 2010, in collaborazione con i professori della London Business School.
Prendendo spunto dalle importanti performance dei mercati emergenti dopo la crisi finanziaria, l’Yearbook 2010 si concentra sul ruolo che i mercati emergenti dovrebbero avere all’interno dei portafogli azionari globali e quali ritorni ci si può aspettare da questi mercati. L’annuario di Credit Suisse esamina anche il tema strettamente correlato della crescita economica, se possa rappresentare un indicatore attendibile dei rendimenti futuri del settore azionario e se i mercati azionari siano in grado di anticipare, sempre in modo attendibile, una futura crescita.

A 10 anni dal suo lancio e attingendo a un database senza precedenti di 110 anni di rendimenti in tutte le principali categorie di investimento, l’Yearbook 2010 comincia con l’esaminare la performance di lungo periodo dei mercati emergenti. Sebbene i primi anni del XXI secolo abbiano rappresentato un decennio di perdita per gli investitori nel comparto azionario, con l’indice Msci World che ha avuto una performance vicina allo zero, i mercati emergenti hanno rappresentato un faro nella nebbia, con un rendimento annualizzato del 10%. Nonostante queste performance eccellenti, quelle più a lungo termine sono state meno eclatanti. La ricerca dimostra che i mercati emergenti rappresentano un gioco a leva sui mercati sviluppati e, per questo motivo, gli investitori dovrebbero aspettarsi dei rendimenti discretamente maggiori dai mercati emergenti di circa 1 ½% all’anno a bilanciamento del rischio più elevato. I vantaggi della diversificazione offerti dai mercati emergenti sono diminuiti nel corso del tempo ma restano comunque importanti.

Gli autori affermano che “I mercati emergenti ormai sono considerati come settore principale di investimento e potranno e dovranno svolgere un ruolo sempre più importante nei portafogli globali. Tuttavia gli investitori non dovrebbero trascurare o cancellare del tutto le prospettive offerte dai mercati maturi”.
Giles Keating, responsabile Globale della Ricerca per il Private Banking di Credit Suisse, ha dichiarato: “Siamo felici di collaborare con il Global Investment Returns Yearbook e la London Business School. L’analisi di quest’anno è di grande attualità data l’ampia attenzione che i mercati emergenti stanno ricevendo, e speriamo che l’Yearbook si riveli una preziosa risorsa per gli investitori a livello mondiale”.
Stefano Natella, Head of Global Equity Research for Investment Banking del Credit Suisse, ha aggiunto: “Le tematiche affrontate nell’analisi di quest’anno sottolineano ulteriormente la completezza impareggiabile del database dell’Yearbook. Analizzando quelle che sono le idee più comuni tra un’ampia schiera di investitori, in un contesto di lungo termine, l’Yearbook ha dimostrato ancora una volta di essere un’autorità a livello globale per quanto riguarda i rendimenti a lungo termine.

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