Generali a quota 2.000

Lo scorso gennaio Generali ha festeggiato un inizio d’anno positivo, con una raccolta netta del gruppo che ha subìto un incremento fino a quota 116 milioni di euro, equamente suddivisi tra Banca Generali e la divisione private banking.
Rispetto ai 44 milioni di euro dello stesso periodo del 2009 l’aumento è netto, e a trainare i rendimenti del mese è stata senz’altro la raccolta di prodotti di risparmio gestito che ha raggiunto i 200 milioni di euro.
L’istituto, inoltre, ha registrato una salita al 46% della percentuale di capitali rimpatriati nel contesto dello scudo fiscale già investiti in prodotti di risparmio gestito. Per commentare gli ottimi risultati conseguiti con le operazioni per l’emersione dei capitali nell’edizione ter dello scudo, nonché nella gestione di quei patrimoni affidati all’istituto una volta oltrepassato il confine, SOLDI ha intervistato l’amministratore delegato di Banca Generali Giorgio Girelli, che ha fornito un quadro esauriente sulle strategie adottate per rispondere alle esigenze dei contribuenti interessati dalla manovra: “La nostra strategia è stata di giocare d’anticipo e mettere a disposizione dei clienti fin da subito tutto il know-how possibile”, spiega l’a.d., “Grazie alla nostra partnership con due importanti studi di commercialisti, abbiamo organizzato 14 convegni nelle principali città italiane sul tema dello scudo fiscale, dedicati ad approfondimenti della normativa per i commercialisti, e abbiamo preparato una task force di 20 persone espressamente dedicata a rispondere ai quesiti dei clienti”, illustra Girelli sottolineando come questa mossa abbia permesso a Banca Generali di presentarsi per prima sul mercato, “concedendoci di sfruttare pienamente questo vantaggio competitivo”, specifica l’amministratore delegato.
All’indomani dello scudo ter e a poco più di un mese dalla riapertura dei termini della proroga cosiddetta “quater”, tra gli operatori ha acquistato molto rilievo il tema inerente le difficoltà incontrate nel corso delle operazioni di rimpatrio, sia per quanto riguarda la ristrettezza dei tempi, sia per via della chiarezza di cui si rimprovera fossero privi alcuni aspetti della normativa.
Tuttavia, per quanto concerne l’esperienza di Banca Generali, Girelli non lamenta alcun tipo di ostacolo nello svolgimento del proprio lavoro: “No, non abbiamo riscontrato nessuna problematica particolare legata alla tempistica dei rimpatri o alla normativa dello scudo ter”, afferma.
“Il successo dello scudo fiscale”, continua, “ha dimostrato che gli operatori specializzati non hanno avuto difficoltà ad eseguire i rimpatri nei tempi giusti”, dichiara basandosi sulla concretezza delle prove numeriche piuttosto che sulle discussioni nate attorno alla manovra.
Per quanto riguarda invece i frutti raccolti grazie allo scudo dall’istituto che guida, Giorgio Girelli mostra piena soddisfazione rivelando come “i risultati che abbiamo ottenuto sono stati superiori alle nostre migliori previsioni”, afferma, “i nuovi clienti che si sono affidati a Banca Generali in occasione dello scudo fiscale sono circa duemila. Un numero davvero importante, che per noi è anche una dimostrazione di grande fiducia che sicuramente non deluderemo”, espone lasciando trapelare buone aspettative per il futuro dell’istituto.

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