Le cause dei fallimenti? L’accumulo di sofferenze

di Alessandro Santoni

Nel 2009 hanno dichiarato fallimento 130 banche americane, di cui 45 nel primo semestre e le restanti 85 nella seconda metà dell’anno. È statisticamente possibile definire un mix di condizioni patrimoniali ed economiche comune alle banche nella fase pre-fallimentare? Analizzando i dati patrimoniali ed economici delle banche fallite in Usa nel 2009, tratti dal database della FICD, si può giungere ad importanti conclusioni, dissimili rispetto al luogo comune che identifica nella mancanza di liquidità la ragione principale.
Per le banche fallite in Usa nel 2009, in meno del 10% dei casi, la liquidità sembra essere il fattore determinante ed univoco dei fallimenti. Il rapporto tra impieghi e depositi (considerato dagli analisti come indicatore principale per valutare la posizione di liquidità delle banche) è infatti in media pari all’83% che rappresenta un livello in linea alle banche non fallite. Anche dall’analisi del rapporto impieghi su raccolta da clientela, quindi eliminando la componente più volatile derivante da raccolta interbancaria e/o istituzionale, si evidenza una rapporto del 99% che risulta un livello “gestibile” ed in linea con il sistema. Il luogo comune, che si basa sull’idea che sia la liquidità il fattore determinante nel fallimento delle banche, viene così sfatato. Quali sono allora i fattori segnaletici determinanti? Per le banche fallite nel 2009 la componente “reale”, derivante da un’alta esposizioni di crediti sull’attivo collegata ad un forte accumulo di crediti dubbi (Non performing Assets-NPA), rappresenta il fattore di “criticità” segnaletico principale. Il 90% delle banche fallite in Usa, nel 2009, aveva infatti un alto livello di NPA (superiore al 4,7% degli impieghi). Altro fattore analizzato è il livello di patrimonializzazione (Tier 1) pre fallimento. I risultati raggiunti portano a ridurre il peso di questo indicatore come fattore univoco. Le banche fallite con una bassa patrimonializzazione (Tier 1 negativo o inferire al 5%) ed un basso livello di NPA (inferiore al 5%) sono solo il 5% del totale delle banche analizzate. Qual è allora il mix letale? La combinazione tra un alto NPA (maggiore del 5%) e basso Tier 1 (inferiore al 5%) rappresenta nel 62% dei casi il fattore comune alle Banche fallite. A rinforzare la tesi, uno studio recente della Bank for International Settlement (BIS) che ha analizzato le principali cause dei fallimenti delle banche Usa negli anni 1980 e 1990.
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