Noi il Papa, voi Mario Draghi

di Fabrizio Tedeschi

I mondiali di calcio sono alle porte e i giornali germanici incominciano ad attaccare tutto quello che è italiano. Quattro anni fa ci classificarono come camerieri, pizzaioli (in senso spregiativo, perché si tratta comunque di lavori dignitosissimi) e anche peggio e si presero due bei goal, come il loro compatriota Hegel aveva preconizzato due secoli prima nella dialettica schiavo/padrone. E noi finimmo per vincere la coppa, contro ogni pronostico. Oggi non hanno ancora attaccato pesantemente, ma nell’attesa si scaldano lanciando un po’ di veleno contro il nostro governatore candidato (più che meritatamente) alla guida della Banca centrale europea. In verità l’affondo non è di grande qualità. Viene da un giornale definito “popolare”, più avvezzo al gossip che a tassi e cambi e cose simili. A essere ottimisti possiamo vederlo come un segnale positivo: anche la gente incomincia a interessarsi delle istituzioni sovranazionali. Meno bene deve essere giudicato il livello dell’attacco: molto emozionale e privo di contenuti sostanziali, adatto a un lettore poco tecnico. Cosa si imputa al nostro Draghi? L’unico “fatto” è il periodo trascorso in Goldman in coincidenza con i famosi derivati “greci”. Ma non vi è nessun elemento che possa determinare una sua responsabilità diretta. E allora, mancando ogni fatto concreto tra i capi d’accusa, il giornale si lancia nelle battute, le solite, idonee a fare presa sui sentimenti nazionalpopolari, ma prive di sostanza e a volte errate. “Draghi è un signore romano”; constatazione banale, che vorrebbe essere offensiva. In realtà dimentica (o ignora) che la Germania si chiamava Sacro romano impero fino al 1806, quando fu in qualche modo cancellato da Napoleone. Per quasi mille anni tutti i germanici sono stati sudditi del sacro romano impero e quindi civis nel senso pieno della romanità, e ne andavano fieri. Ancora, “Draghi è l’uomo della lira”. Pura metafora per dire che è italiano. Egli è governatore dai tempi dell’euro e non ha mai gestito la lira, anche se va riconosciuto che la gestione del cambio prima dell’euro fu fatta egregiamente.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: