Basilea III e Tassa Brown, doppia scure sulle banche italiane

La doppia scure di Basilea III e della Tassa Brown si abbatte sulle banche italiane. Le due riforme, se approvate, peseranno sui conti degli istituti italiani. Sulla prima è intervenuto questa mattina il direttore generale di Mps Antonio Vigni, che in un’intervista al Sole 24 ore, ha invitato ad una riforma che tenga conto delle peculiarità delle banche italiane. Le quali – ha detto – “possono e devono pretendere un trattamento che tenga conto del loro profilo di rischio, della quantità e qualità degli attivi e di alcune peculiarità del nostro sistema, come la fiscalità differita”. Un intervento indifferenziato potrebbe pesare sui bilanci bancari e, di conseguenza, sull’economia, in una fase in cui le aziende hanno bisogno di credito per rilanciarsi.

Meno legata alle specificità del sistema Italia è invece la tassa sulle banche europee su cui stanno trovando un accordo i capi di governo dell’area Euro. Due i modelli allo studio: il primo, di ispirazione statunitense, prevede un’imposta dello 0.15% sugli asset totali meno il capitale e i depositi dei clienti assicurati dalla Fdic. Il secondo, svedese, impone una tassa dello 0,036% (0,018% prima del 2011) delle passività meno il capitale. Nel caso venisse applicato il sistema americano, secondo Credit Suisse l’esborso per le banche europee sarebbe di 13,7 miliardi, pari al 10% dei profitti ante-imposte attesi per il 2011 (più elevate le stime della Commissione Europea, che includendo tutte le banche del sistema prevede un impatto di 50 miliardi). Le banche italiane dovrebbero sborsare 1,3 miliardi di cui 558 milioni Unicredit e  414 milioni Intesa  Sanpaolo.

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