Doris lascia il Lussemburgo

Ennio Doris dice addio al Lussemburgo e riporta in Italia la quota maggiore che possiede in Mediolanum.

Nei giorni scorsi, infatti, è stato depositato il progetto di fusione per incorporazione della Herule Finance Sa, costituita nel Granducato nel 1998 e che detiene il 26,22% di Mediolanum nella Fin. Prog. Italia, l’accomandita di Doris e famiglia: «La fusione – si legge nel progetto – ha il fine di concentrare in capo alla società incorporante non soltanto tutti i rapporti giuridici esistenti attualmente in capo alla società incorporata, ma anche dell’intero patrimonio esistente, ivi comprese le partecipazioni in altre società». Inoltre «tale riorganizzazione permette di conseguire notevoli economie di scala grazie all’eliminazione dei costi e delle complessità connesse al mantenimento di una sub-holding di diritto estero».

Poiché Herule Finance Sa è posseduta al 61,69% da Fin. Prog. Italia la fusione avverrà in parte mediante incorporazione e conseguente annullamento della partecipazione posseduta dalla controllante, in parte tramite concambio.

 

Per fare questo le società sono state valutate tramite il metodo patrimoniale semplice che ha fatto emergere una valutazione complessiva del capitale economico dell’incorporante di 441,87 milioni di euro e di Herule Finance Sa di 781,94 milioni, determinando così un rapporto di concambio che vedrà assegnate agli azionisti del veicolo del Granducato 72,7055 azioni Fin. Prog. Italia per ogni titolo di Herule Finance Sa.

«La società incorporante – si legge ancora nel progetto – proseguirà in tutte le attività dell’incorporata»: tra gli asset di Herule Finance Sa, oltre la quota in Mediolanum, ci sono il 45% di Mediolanum Assicurazioni, il 44% di H Trasporti, il 20% dell’azienda agricola Torviscosa e il 95% di H Equity Sicar, per un totale di attività che nell’ultimo bilancio della lussemburghese, chiuso lo scorso 30 giugno, erano valutate 928 milioni.

 

Sull’esercizio ha pesato un appunto dei revisori della Mazars che non hanno giudicato probante il metodo di valutazione della partecipazione Mediolanum iscritta a libro ancora al costo di acquisto pari a 883,1 milioni perché gli amministratori non hanno ritenuto durevole la perdita di valore borsistico (-144,2 milioni).

Il risultato netto dell’ultimo esercizio della incorporata è stato di 8 milioni, in netta diminuzione dai 28,5 del precedente bilancio dopo la rinuncia dei Doris a parte del dividendo Mediolanum per farsi carico delle perdite dei clienti del gruppo bancassicurativo che detenevano polizze con sottostante Lehman Brothers.

 

Il capitale dell’incorporante Fin. Prog. Italia di 4,16 milioni è suddiviso tra Ennio Doris e la moglie Lina Tombolato (che è anche azionista di Mediolanum al 6,61% tramite T-Invest) ciascuno con quote per 1,2 milioni; mentre le quote restanti sono spartite a metà tra i figli Annalisa e Massimo Doris.

A Fin. Prog. Italia fa capo fra l’altro la H-Invest, veicolo tramite cui Doris è direttamente azionista e pattista di Mediobanca con lo 0,11% oltre il 3,38% detenuto attraverso Mediolanum. 

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