Non solo Goldman. La Sec allarga l’indagine

La scure della SEC allarga l’orizzonte. Dopo che venerdì scorso la accuse rivolte nei confronti della banca Goldman Sachs hanno creato un tonfo per le borse di tutto il mondo, l’indagine si allarga verso altre istituzioni. 

Secondo alcune indiscrezioni trapelate in alcuni media statunitensi dietro l’accusa di frode rivolta dalla Securities and Exchange Commission al colosso americana ci sarebbero le rivelazioni fornite da un ex-manager del grande hedge found di John Paulson, Paolo Pellegrini, oggi in aperto contrasto con Paulson. 

La frode risalirebbe, secondo le ricostruzioni della Sec, al 2007, quindi prima dello scoppio della bolla immobiliare. Goldman Sachs ieri aveva diffuso un comunicato, nel quale sottolineava che “l’accusa della Security Exchange Commission è “completamente infondata in termini di legge e di fatto” e la banca americana “contesterà vigorosamente le accuse e difenderà l’istituto e la sua reputazione”. Ma la Sec non si è fermato soltanto alla Goldman Sachs. Sembrerebbe infatti che l’autorità di vigilanza stia indagando anche su altre banche. Non è infatti la prima volta che la Securities and Exchange Commission svolge della indagini sulle banche. Già a febbraio il Financial Times aveva rilevato che la SEC stesse compiendo delle indagine nei confronti di Bank of America Merrill Lynch, Barclays, Citigroup, Credit Suisse, Deustche Bank, Morgan Stanley e UBS. 

Chi vuole chiarezza sul ruolo che le banche europee hanno avuto nell’utilizzo dei CDO, i derivati sintetici, sono i premier dell’Europa. In particola Angela Merkel, Gordon Brown che si è detto «scioccato per la bancarotta morale delle banche d’investimento» e ha chiesto alle sue autorità di vigilanza un’«indagine speciale» sulle attività della Goldman in Gran Bretagna. 

 

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