E’ tempo di tornare a scommettere sul mattone?

Il mondo del risparmio gestito incrocia le dita e spera che la crisi finanziaria sia definitivamente alle spalle. In questo senso si potrebbe leggere il rinnovato interesse di alcuni operatori per il settore immobiliare, fino all’altro ieri nell’occhio del ciclone ed ora nuovamente al centro di manovre aggregative e di investimenti in start up più o meno ambiziose. Così dopo aver fallito il matrimonio con Pirelli Re (che però, rassicura Marco Tronchetti Provera, procederà allo spin off e dimostrerà a tutti di poter stare sulle sue gambe autonomamente), Fimit cerca l’accordo con DeA Capital per giungere ad una fusione delle proprie attività con quelle di First Real Estate, un matrimonio che in caso di successo darebbe vita a un gruppo da 8 miliardi di euro di masse gestite con 19 fondi immobiliari di cui 5 quotati.

 

Numeri di tutto rispetto se si pensa che la stessa Pirelli Re può contare ad oggi su Nav immobiliare di 1,2 miliardi di euro e su un capitale netto investito pari a circa 100 milioni di euro negli Npl e 200 milioni di euro nella piattaforma servizi. Intanto in casa Exor si annuncia un nuovo investimento,  con 100 milioni di euro (su 150 raccolti) puntati su Almacantar, una nuova società immobiliare londinese fondata da Mike Hussey e Neil Jones, professionisti con anni di carriera alle spalle nel settore (Hussey è un ex gestore di Land Securities, mentre Jones ha guidato Grosvenor Continental Europe dal 1997 al 2009). Almacantar intende investire in immobili commerciali, prevalentemente uffici, situati a Londra e a Parigi e gli accordi prevedono l’impegno di Exor a versare altri 50 milioni di euro nel caso di apporto di ulteriore capitale da parte dei nuovi soci. 

 

Che uno dei prodotti in grado di far ripartire il settore anche in Italia siano destinati ad essere i fondi immobiliari? Qualcuno inizia a sospettarlo, tanto più visto la concorrenza “dal basso” che sta facendo BancoPosta Fondi Sgr, un concorrente che come notano alcuni lettori di Bluerating “si sta dimostrando sempre più efficiente e conveniente nel collocamento e nella gestione dei prodotti”. Una vittoria forse “scontata” rispetto a macchine “mangia provvigioni” come Mediolanum e i suoi “family banker” commentano alcuni nostri lettori. 

 

Ma questa è un’opinione e come tale contestabile, quello che non sembra poter essere messo in dubbio è che il settore stia cercando di riorganizzarsi sia in tema di prodotti sia di modelli organizzativi e distributivi. Il che spiegherebbe la ripresa del valzer di alleanze che si nota in questi mesi. E voi come la pensate, i fondi immobiliari sono un asset strategico nel portafoglio prodotti di un PF o rappresentano semplici specchietti per le allodole? Come sempre indirizzate qui i vostri commenti

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