di Giuseppe De Lucia Lumeno
L’ onda lunga della crisi economica sembra attenuarsi per le economie dei Paesi europei. Infatti, secondo i più recenti dati OCSE le previsioni per il 2010 dovrebbero essere incoraggianti, con una crescita pari all’1,1% per l’Italia, leggermente superore a quella dell’area euro (0,9%).
Una conferma di questi timidi segnali di ripresa, in questo primo scorcio del 2010, arriva dall’indagine qualitativa promossa dall’Isae (Istituto di Studi e di Analisi Economica) verso le imprese manifatturiere che evidenzia una crescita significativa del clima di fiducia analoga a quella registrata prima della crisi. Contemporaneamente all’incremento del Pil anche i consumi dovrebbero ritornare a salire, beneficiando di un minore risparmio “precauzionale” delle famiglie alimentato da un miglioramento delle aspettative economiche e dalla prospettiva di un’inflazione che continua a mantenersi sotto controllo.
Anche le esportazioni dovrebbero ricevere un impulso positivo dovuto al rafforzamento della domanda globale.
Accanto a questi auspici, non si può dimenticare quanto il settore bancario come agli altri settori dell’economia abbia, ovviamente, risentito degli effetti della crisi. Tuttavia, le Banche Popolari, in virtù della propria vocazione “pro-attiva”, dovuta al forte radicamento della loro identità di banche locali vicine al territorio, hanno mostrato evidenti segnali di tenuta e di crescita, come evidenziato dai numeri positivi riguardanti l’andamento della raccolta e degli impieghi e dall’abbassamento contemporaneo dei tassi di interesse sui finanziamenti a PMI. Infatti, malgrado la crisi economica, la crescita degli impieghi e della provvista del Credito Popolare è stata rispettivamente del 5% e del 10,7%, una dinamica positiva che ha portato conseguentemente ad incrementare le quote di mercato, salite nell’ordine al 23,8% e al 26%.
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