Tutto va bene, madama la marchesa?

I mercati continuano a seguire con attenzione l’evolversi della crisi di Grecia anche dopo il via libera al piano di aiuti da 110 miliardi di euro in tre anni giunto ieri dall’Eurogruppo in riunione straordinaria a Bruxelles, almeno quanto Wall Street resta attenta all’evoluzione della vicenda di Goldman Sachs, che riceve la solidarietà di un socio “di peso” come Warren Buffett ma non convince gli analisti che continuano a tagliare i giudizi sull’istituto, sul cui capo pende il rischio di una causa penale oltre a quella civile già intentata dalla Sec.

 

Eppure per un osservatore distratto il periodo non sembrerebbe così critico, visti i risultati positivi in termini di raccolta netta registrati da Assogestioni e Assoreti mese dopo mese e visto che i principali gruppi operanti in Italia continuano  a mandare segnali rassicuranti parlando di nuove assunzioni e dichiarandosi soddisfatti dei risultati sin qui raggiunti. Chi ha ragione? Ai lettori di Bluerating qualche dubbio deve restare, se alle dichiarazioni soddisfatte dei vertici di Axa Mps, ad esempio, risponde un nostro utente chiedendosi: “Perché allora in privato si lamentano che i conti non tornano e che devono risanare?” ed aggiungendo: “su Quixa (la compagnia telefonica di Axa, ndr) come mai non parlano?”.

 

Che non tutto si trovi in una condizione ideale viene il sospetto anche registrando il nuovo giro di vite della Consob, che ha chiamato a raccolta i Cdi di sei dei più importanti istituti di credito per monitorare l’effettiva applicazione della normativa Mifid in materia di tutela del cliente nella vendita di prodotti finanziari. Gli accertamenti svolti dalla Commissione presieduta da Lamberto Cardia non sono infatti stati fin qui eccessivamente positivi ed ora Intesa, Unicredit, Mps, Banca Popolare di Verona, Bln, Banca Infrastrutture e Innovazione e Sviluppo dovranno illustrare in che misura le loro politiche commerciali rispondano al dovere di tutelare sia la clientela retail sia quella rappresentata dalle amministrazioni pubbliche (cui sono stati venduti derivati “over the counter” come operazioni di copertura che però in più di un caso hanno aperto nuovi buchi in bilancio).

 

La pubblicità è insomma l’anima del commercio, ma forse una maggiore trasparenza e coerenza aiuterebbe tanto le società quanto i loro PF, a contatto diretto questi ultimi con una clientela che spesso appare ancora spaesata dopo la violenta crisi del 2008-2009 e il successivo rimbalzo e che ora vorrebbe capire meglio cosa fare. E voi che ne pensate, le mandanti agiscono in modo trasparente nell’interesse della clientela o i comportamenti opachi e le dichiarazioni “di comodo” sono ancora la regola? Fateci come sempre avere i vostri commenti inviandoli qui

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