Intesa, un “patto occulto” è il nuovo ostacolo alle nomine

Ancora un altro stop al rinnovo dei vertici di Intesa Sanpaolo. Secondo quanto riporta la stampa questa mattina il comitato nomine che si è tenuto ieri avrebbe interrotto la seduta per verificare l’appropriatezza di due lettere, la prima cofirmata da Compagnia di Sanpaolo e Cariplo, la seconda da Fondazione Cariparo, Carisbo e Ente Cassa Firenze, sulla scelta del futuro presidente del Cdg.

A sollevare il tema è stato Pietro Garibaldi, consigliere espressione della Compagnia, che avrebbe domandato a Bazoli e ai colleghi se il documento presentato dai maggiori azionisti (indicante la preferenza di Andrea Beltratti) non possa considerarsi un “patto occulto” tra i due soci, in violazione dell’articolo 122 del Testo Unico della Finanza. Il presidente del Cds Giovanni Bazoli avrebbe quindi interrotto la riunione per consultarsi con gli uffici tecnici della banca e per proporre l’acquisizione di un parere da parte di un primario studio legale. Proposta accolta dal comitato, che ha chiesto l’acquisizione di un secondo parere.

Se dovesse essere confermata l’esistenza di un patto occulto, infatti, la nomina di Beltratti e dell’intero consiglio potrebbe infatti essere impugnata da qualsiasi azionista. Di qui la decisione di riaggiornare la riunione a domani, prima della riunione del consiglio di sorveglianza, che secondo programma avrebbe dovuto consultarsi per nominare, tra venerdì e sabato, il nuovo Cdg. Che potrebbe però chiudersi, a questo punto, o con un ulteriore slittamento o con la decisione del consiglio di sorveglianza di seguire alla lettera lo statuto della banca e decidere in piena autonomia la composizione del Cdg. Tutto però dovrà avvenire prima del 14 maggio, quando il nuovo board sarà chiamato ad approvare i risultati del primo trimestre.

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