I migliori PF italiani? Dipende dai punti di vista

La domanda, rivolta dalla redazione di Bluerating ai nostri utenti, sta raccogliendo già i primi commenti, per ora alquanto prudenti per non dire sarcastici, anche perché bisogna evidentemente intendersi su cosa si intenda per “migliore”, se sotto il profilo unicamente reddituale o piuttosto per le capacità di offrire soluzioni efficienti alle necessità della clientela. “Probabilmente non sono quelli che compaiono ai primi posti di classifica della società dove operano relativamente alla raccolta prodotto” fa infatti notare un professionista, secondo cui costoro sono invece colleghi cui principalmente “interessa il budget dell’azienda e ciò che ad essa è legato”. Il che ne fa sicuramente degli “ottimi” promotori agli occhi delle mandanti ma non necessariamente a quelli della clientela.

Inevitabile poi qualche “punzecchiatura” a Mediolanum, che proprio oggi ha annunciato i dati del trimestre, chiuso con un utile netto nel trimestre pari a 66 milioni di euro, triplicato rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, a fronte di una raccolta netta positiva per 1.813 milioni (+248% su base annua) e masse amministrate per 43.221 milioni, in crescita del 7% rispetto al 31 dicembre e del 47% rispetto al 31 marzo 2009, anche grazie al successo ottenuto dal “conto Freedom” che da solo ha raggiunto masse per 6.936 milioni di euro complessivi, in poco più di un anno dal lancio.

Eppure per alcuni nostri lettori proprio gli uomini di Ennio Doris non possono essere giudicati i “migliori” PF italiani, perché “lavorano a budget e con forte conflitto di interessi”, hanno “un bassissimo management fee e sono quindi costretti a fare front fee facendo pagare molti costi ai clienti attraverso i Pac azionari dicendo loro che con il lungo periodo (15 anni) il mercato azionario sale sempre”. Insomma, il “modello Doris” continua a dividere i nostri lettori, tra chi ne sottolinea i risultati positivi, per la società e per i suoi manager e principali portafoglisti, e chi trova che soffra di una pecca vistosa, l’assenza di vera consulenza.

Sottolinea ancora un nostro lettore, parlando della struttura di Doris: “Pianificazione finanziaria? O fanno pagare le commissioni anche su fondi monetari o obbligazionari sperando che il cliente le recuperi o fanno beneficienza e sono costretti a chiudere l’attività”. Un giudizio molto duro, che fa il paio con le critiche che anche altre grandi strutture finiscono col ricevere come nel caso del Montepaschi: “una rete da fame per i PF” secondo alcuni, mentre altri parlano di “un’occasione mancata per segnare una reale svolta nel mondo della promozione finanziaria” e lamentano come non si sia smantellata “una struttura piramidale assurda e ferma nel tempo a metà anni ’90, che assorbe reddito senza consegnare alla struttura ed agli azionisti un reale valore, mai realmente e concretamente quantificabile”.

Anche se poi qualcuno nota che “pare che Allianz stia facendo incetta dei “consulenti” Mediolanum” e qualche motivo ci sarà. Voi che ne pensate? Come sempre inviateci i vostri commenti e sensazioni qui: Quali sono i migliori pf italiani?

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